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PITTORI: Cignani Carlo

Sant'Agostino

Sant'Agostino

 

 

CARLO CIGNANI

1660-1680

Varsavia, Museo Nazionale

 

Sant'Agostino

 

 

 

L'opera di Carlo Cignani (1628-1719) dipinta a olio su tela raffigura sant'Agostino. L'artista ci presenta il santo con una prospettiva da sotto in su, che richiama, anche per l'uso del colore, le opere di Melozzo da Forlì. Alto 151 cm e largo 107 il quadro è oggi conservato nella Collezione del Museo Nazionale di Varsavia, dove è arrivato dopo un lungo peregrinare e passaggi di proprietà. Nel 1781 venne acquistato da Stanisław Augustus a Varsavia e prima del 1795 fu trasferito al Palazzo dell'Acqua a Varsavia (Grand Cabinet du Pont, al padiglione ovest). Nel 1798 venne ereditato da Józef Poniatowski e nel 1813, sempre per eredità, passò a Maria Teresa Tyszkiewiczowa. Nel 1817 fu acquistato da Alessandro I di Russia, ma nel 1914 ritornò a Varsavia e nel 1922 fu restituito al Palazzo dell'Acqua. Nel 1939 fu confiscato dalla Germania nazista e portato a Salisburgo ma con la fine della guerra il 24 aprile 1946 fu restituito al Museo Nazionale di Varsavia.

Cignani mostra nell'opera alcuni dei difetti dei suoi maestri: una finitura elaborata e una audace artificiosità nell'uso del colore e nella composizione, che segnano l'influenza di Albani. Nonostante ciò, Cignani è riuscito a conferire al suo lavoro un carattere più intellettuale rispetto ai suoi maestri. Come uomo Cignani era eminentemente amabile, modesto e generoso, un carattere che traspare dalla gentilezza e armoniosità delle sue opere.

Il sant'Agostino che propone esprime una forte personalità che si manifesta sia nell'espressione del volto, sia nella gestualità che lo contraddistingue. La mano sinistra è devotamente posta sul petto, mentre con la destra regge un libro aperto. Un angioletto al suo fianco gli regge il bastone pastorale ed ammicca benevolmente al fedele che osserva la scena. Agostino porta in capo una preziosa mitra arricchita da pietre di valore ed ha lo sguardo estaticamente rivolto verso l'alto in connubio mistico con la divinità.

 

 

Cignani Carlo

Carlo Cignani nasce a Bologna nel 1628. Stilisticamente si forma all'ombra di Giovanni Battista del Cairo e di Francesco Albani, ma subisce notevolmente l'influenza di Annibale Carracci e di Correggio. Cignani si accostò nella tradizione artistica della scuola forlivese, al cui sviluppo contribuì con le sue opere. Alle opere giovanili bolognesi di gusto nettamente barocco, seguirono dal 1662 i lavori romani, che lo resero principe dell'Accademia di San Luca nel 1710. Dal 1665 lo ritroviamo in attività a Bologna e poi dal 1678 al 1681 a Parma. L'ultimo periodo della sua vita fu trascorso a Forlì, dove realizzò il suo grande capolavoro, vale a dire l'affresco della cupola della cappella della Madonna del Fuoco nella Cattedrale. La tela della Incoronazione di Santa Rosa e un Autoritratto, realizzati in questo periodo, sono visibile nella Pinacoteca civica di Forlì. Nella stessa pinacoteca si può osservare una Vergine e San Filippo Neri, che probabilmente realizzò con l'aiuto del figlio Felice. Sempre a Forlì si può ammirare nel palazzo Albicini L'Aurora che vola verso l'azzurro per portare al mondo la luce e la vita (1672-1674). Quest'opera costituisce un ottimo del suo raffinato idealismo formale, e si propone come una delle migliori invenzioni figurative dell'arte secentesca italiana. Cignani con la sua attività determinò una svolta stilistica e di gusto nell'ambito della scuola bolognese, che determinò l'allontanamento dalle influenze della tradizione di Reni e un ritorno allo spirito accademico. Cignani morì a Forlì nel 1719.