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PITTORI: Louis Cretey

Sant'Agostino e il bambino sulla spiaggia

Sant'Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

LOUIS CRETEY

1684

Lione, chiesa di sant'Agostino

 

Sant'Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

 

In una cappella del transetto di sinistra della chiesa di sant'Agostino a Lione, nel quartiere Croix Rousse, si ammira questo bel quadro quadro di Louis Cretey, che raffigura il celebre e leggendario episodio in cui S. Agostino incontra il bambino in riva al mare. Realizzato verso il 1684, il quadro è una metafora del mistero della Trinità in cui il vescovo di Ippona, cercando di svelarne il mistero, scopre l'inutilità del suo tentativo di fronte alla ingenuità disarmante del bambino che gioca con l'acqua usando una conchiglia.

Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità. L'origine di questa tematica iconografica non proverrebbe dunque dalla agiografia medioevale quanto piuttosto dalla predicazione. P. Antonio Iturbe Saìz ha a sua volta proposto una possibile ricostruzione della sua origine: nel secolo XIII si scrivevano "exempla" per i predicatori e in uno di questi apparve questa leggenda applicata a un professore di scolastica di Parigi con un fine chiaramente morale: criticare la alterigia e la superbia dei teologi.

Ma come poi tutto ciò fu collegato ad Agostino ? Due possono essere le spiegazioni: primo che necessitava un protagonista alla storia stessa e Agostino era l'uomo adatto in quanto era considerato un sommo teologo. La seconda spiegazione sta nella diffusione del testo di un apocrifo in cui san Gerolamo (come è stato anticipato all'inizio) discute con Agostino sulle capacità umane di comprendere il mistero divino. In ogni caso la prima volta che si incontra questa leggenda applicata ad Agostino corre nell'anno 1263.

Gli Agostiniani Scalzi decisero di stabilirsi nella città di Lione e di costruire un convento dal 1624. L'arcivescovo Denis de Marquemont scrisse nel 1628: "Avendo riconosciuto che gli abitanti del posto di Croix-Rousse furono privati ​​dell'aiuto spirituale a causa della loro lontananza dalle loro parrocchie che sono rinchiuse nella città [...] concediamo di fondare agli Agostiniani nel luogo sopra menzionato e, al fine di mantenerli, di avere la chiesa dedicata al glorioso san Denis, apostolo di Francia."

La chiesa di sant'Agostino e la relativa parrocchia furono costruite con l'arcivescovo cardinale de Bonald, su mandato di Luigi Napoleone Bonaparte nel 1851, con lo scopo di sostenere i lavoratori e lo sviluppo industriale di questo sobborgo di Lione. Assieme alle parrocchie di Saint-Denis (1803), Saint-Charles-de-Serin (1824) e S. Eucherio (1840) e alle quattro parrocchie del Buon Pastore, San Bernardo, San Bruno e S. Policarpo, anche quella di S. Agostino nasce per formare una cornice religiosa a favore dei Canuts. La dedicazione a sant'Agostino ricorda una più antica presenza agostiniana sul pianoro Croix-Rousse nel 1624, hanno costruito l'attuale navata della St-Denis, che divenne chiesa parrocchiale con la Rivoluzione, prendendo un attimo dedicata a sant'Agostino. La attuale chiesa è stata edificata dall'architetto Agostino Chomel nel 1910-1912 su un terreno acquistato nei primi anni 1880. Dietro una facciata caratterizzata da un portale romanico con timpano decorato con un mosaico e sormontata da una statua del Vescovo di Ippona, si nasconde un edificio semplice, che secondo le intenzioni dell'architetto Chomel "richiama la forma basilicale della Chiesa primitiva, di cui S. Agostino è stato il grande medico." All'esterno, sulla facciata d'entrata, c'è una statua dedicata al santo vescovo di Ippona, mentre all'interno un affresco dell'abside di Philip Repelin raffigura Cristo circondato da S. Agostino e sua madre, Monica, in preghiera.

 

 

Louis Cretey

Louis Cretey è nato verso il 1635 a Lione. Pittore francese barocco ha lavorato in Francia e Italia. Suo padre André Cretey era un pittore affermato che viveva nella parrocchia di San Pietro Vecchio. Ricevette una buona educazione e probabilmente ha frequentato l'università. Apprese l'arte del dipingere nella bottega di suo padre. Come era abitudine tra i pittori del tempo, ha viaggiato in Italia per perfezionare la sua arte attraverso lo studio delle discipline classiche e le grandi opere del Rinascimento. La sua presenza a Roma è attestata per la prima volta nel 1661 dove resta forse fino al 1681. Probabilmente in questo lungo periodo fece ritorno qualche volta a Lione: di sicuro lo troviamo a Parma nel 1669. A Roma venne apprezzato e protetto da collezionisti di rilievo come il conte Francesco Maria di Carpegna e il cardinale Giuseppe Renato Imperiali. Oggi troviamo diversi suoi dipinti nelle collezioni pubbliche romane. Tornato in Francia, ha continuato la sua carriera artistica a Lione. La sua fama cresce dopo il 1680 grazie alle sue opere con soggetto sia storico che religioso.

L'ultimo documento che cita Cretey a Lione risale al 22 novembre 1696. Verso la fine della sua vita, tra il 1700 e il 1702, è di nuovo presente a Roma. Non si sa se sia morto lì o sia tornato in Francia, a Lione o forse di Parigi. Lo stile pittorico Cretey si distingue dagli artisti del suo tempo, in quanto, lontano da Parigi, è più fortemente legato all'ambiente romano che alle correnti popolari popolare in Francia.