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PITTORI: Maestro di Crevenna

Agostino vescovo  e Dottore della Chiesa

L'altare ligneo con le statue dei Dottori della Chiesa

 

 

MAESTRO DI CREVENNA

1650-1700

Crevenna di Erba, chiesa di santa Maria degli Angeli

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La chiesa di santa Maria degli Angeli era annessa all'omonimo convento francescano di Santa Maria degli Angeli, fondato a Crevenna intorno al 1495, su iniziativa di alcuni esponenti della famiglia Carpani.

La soppressione dei monasteri, voluta da Napoleone Bonaparte, decretò la fine anche di questo convento, che fu acquistato da Rocco Marliani. Il nuovo proprietario incaricò l'architetto Leopoldo Pollack di trasformare il convento in una villa. Le modifiche toccarono, in parte, anche la chiesa con la demolizione delle cappelle laterali.

L'interno si presenta a navata unica, con una copertura a capriate lignee. All'entrata è posizionata un'antica acquasantiera, di epoca rinascimentale, con una decorazione a elementi zoomorfi e fitomorfi.

Un'opera importante è la Madonna in trono con Bambino e angeli musicanti datata 1496, rimasta nascosta sotto l'intonaco,  sotto cui compare la parte superiore di un'Imago pietatis con i simboli della passione di Cristo.

Segue l'altare di Sant'Antonio, cui la devozione popolare ha dedicato la chiesa. Il ciclo di dipinti più importante è quello che decora l'arco di trionfo, per quanto mutilo a causa dei lavori settecenteschi che hanno interessato il presbiterio.

Vi sono raffigurati vari episodi della Passione di Cristo. Si riconoscono l'Incoronazione di spine, l'Orazione nell'orto, il corteo che accompagna l'Andata al Calvario, la Crocifissione, l'Incredulità di Tommaso e l'Ascensione, un gruppo di persone, popolani, soldati e sacerdoti, assiste alla Crocifissione.

Nel presbiterio è conservato un magnifico e grandioso altare ligneo dallo stile cinquecentesco. Ai lati furono collocate in epoca successiva alcune statuette lignee dorate che rappresentano le figure dei quattro Dottori della Chiesa, Agostino, Ambrogio, Gerolamo e papa Gregorio Magno. Le statuette mostrano dei pregevoli caratteri barocchi che le collocano in una fase esecutiva di fine Seicento.