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PITTORI: Maestro di Cuzco

Sant'Agostino monaco agostiniano

Sant'Agostino monaco agostiniano

 

 

MAESTRO DI CUZCO

XVII secolo

Cuzco, Cattedrale dell'Assunzione di Maria Vergine

 

Sant'Agostino monaco agostiniano

 

 

 

 

Il vescovo d'Ippona è stato raffigurato in questa bella statua che si conserva nella cattedrale di Cuzco. Il santo è vestito con gli abiti dei monaci agostiniani. Sulla testa ha un nimbo raggiato che ne individua e ne esprime la santità. Una lunga cintura gli pende fino ai piedi dove si intravede la testa di un uomo, che rappresenta un eretico.

Agostino ha un viso giovanile, una folta barba ed un viso dallo sguardo penetrante. La statua è stata realizzata localmente da un anonimo maestro della scuola d'arte indigena di Cuzco.

Agostino dopo il suo ritorno in Africa condusse una vita appartata prima a Tagaste nella sua città natale e poi anche a Cartagine. In questo periodo, assieme ad amici, fonda delle piccole comunità, che sono le prime esperienze di quelle che diventeranno negli anni seguenti dei veri e propri monasteri. L'iconografia agostiniana ha sempre privilegiato, specialmente alle origini della fondazione dell'ordine agostiniano nel XIII secolo la figura dell'Agostino monaco, riconoscendo nel santo l'autentico fondatore dell'ordine stesso. In queste rappresentazioni il santo appare con la tradizionale veste nera dei monaci agostiniani.

 

Ricevuta la grazia, insieme con altri concittadini e amici che ugualmente servivano a Dio, volle tornare in Africa, alla sua casa e ai suoi campi. Tornato, vi rimase circa tre anni; e dopo aver ceduto quei beni, insieme con quelli che gli erano vicini viveva per Dio, con digiuni preghiere buone opere, meditando notte e giorno la legge del Signore. 3. 2. E tutto ciò che Dio faceva comprendere a lui che meditava e pregava, egli faceva conoscere a presenti e assenti con discorsi e libri.

POSSIDIO, Vita beati Augustini 3, 1.

 

La statua si trova nella cattedrale di Cuzco. In realtà la prima cattedrale di Cusco è la chiesa del Trionfo, costruita nel 1539 sopra il palazzo dell'Inca Viracocha. Nella realtà è una cappella ausiliaria della Cattedrale. Tra gli anni 1560 e 1664 si costruì la cattedrale di questa città. Per fare ciò gli spagnoli fecero trasportare blocchi di granito rosso dalla fortezza incaica di Sacsayhuamán. Questa cattedrale di facciata rinascimentale ed interni barocchi ha uno dei migliori esempi di oreficeria coloniale. Ugualmente importanti sono i suoi altari di legno scolpito. Nella cattedrale possiamo vedere importanti mostre di artisti locali dell'epoca, in considerazione del fatto che in questa città si sviluppò la pittura su tela cosiddetta scuola di Cusco.

 

Dopo la "conquista" del Perù da parte degli spagnoli, al seguito dei missionari cristiani, giunsero nel "Nuovo Continente" anche alcuni artisti, con l'intento di produrre opere per decorare le numerose chiese che si stavano costruendo ovunque e le abitazione signorili dei governanti. In pochi anni, le molteplici richieste di opere d'arte imposero la necessità di formare in tempi molto brevi alcuni artisti locali e così nacque in Cuzco una delle più importanti scuole di pittura in America. Diego Quispe Tito (1611-1681, l'artista più famoso di Cuzco, introdusse il paesaggio nella pittura peruviana e inserì le sue figure in vegetazione tropicali irreali. Essendo la sua pittura considerata strumento di propaganda incaica , l'inquisizione gli proibì di dipingere, ma egli continuò a farlo firmando i suoi quadri con l'aggiunta di uccelli tropicali che poi divennero il segno distintivo di quella scuola.

Il motivo degli uccelli e soprattutto il pappagallo selvatico è interpretato per alcuni studiosi come un segno segreto che rappresenta la resistenza andina contro gli invasori spagnoli. Poco alla volta gli artisti di Cuzco si staccarono dai modello europei. Cominciarono così a dipingere Angeli avvolti in abiti regali e che impugnavano armi da fuoco, paesaggi ingenui e infantili privi di prospettiva, decorazioni preziose su tutti gli abiti, raggiere dorate , ricche collane e gioielli sulle Madonne.

I missionari Agostiniani si dedicarono al compito di confrontare e contrapporre le divinità locali a Cristo, Maria e i Santi, per trovare una reciproca identificazione, determinando il consolidarsi di una simbologia ambivalente nelle opere d'arte del mondo andino. In questo modo e allo stesso tempo, si permise il mantenimento dei miti religiosi originali, determinando la creazione di una precisa iconografia locale. La cultura Indigena, attraverso le opere d'arte prodotte dalla Scuola di Cuzco, riuscì ad inserirsi nello schema occidentale, attraverso queste espressioni formali è sopravvissuta fino ai giorni nostri e ha mantenuto vivi gli ideali di una cultura sommersa. In genere, quindi, ci troviamo di fronte a miti, desideri e idee americane espresse con un linguaggio occidentale. Tra i temi più significativi della pittura di Cuzco, ci sono le diverse serie angeliche e tra questi più interessanti sono quelli conosciuti come "Arcangeli Archibugieri", che vestono secondo l'usanza militare degli spagnolo al tempo della conquista e impugnano moschetti, lance o bandiere. Nella cultura incaica, costoro sono identificati con i falconi che volano in alto osservano gli uomini e sono considerati i protettori della casa. La figura della Madonna, tra le popolazione andine, fu identificata con la Madre terra (Pacha Mama), una divinità molto venerata nell'ambito della religione locale, che ha mantenuto la sua importanza anche dopo la conversione al Cristianesimo. La caratteristica iconografica di questo sincretismo è la forma "triangolare" della Madonna, che in questo modo ricorda l'aspetto di una montagna, personificazione più evidente della Madre terra. Quando la Madonna è accompagnata da Gesù Bambino, s'associano all'idea della protezione che l'uomo andino riceve dalla madre terra.