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PITTORI: Gérard Edelinck

Sant'Agostino cardioforo nel suo studio

Sant'Agostino cardioforo nel suo studio

 

 

EDELINCK GERARD

1676

Roma, Istituto Nazionale per la Grafica

 

Sant'Agostino cardioforo nel suo studio

 

 

 

Questa incisione di Edelinck Gérard della seconda metà del Seicento, raffigura, come è indicato dalla scritta in pedice, la persona di sant'Agostino. L'opera è una copia della tela che venne realizzata da Philippe de Champaigne una trentina d'anni prima. Il soggetto ideato da Champaigne godette di una larga fortuna iconografica e presenta Agostino mentre sta scrivendo nel proprio studio.

Il santo, che impugna una penna ma che la ferma a mezz'aria, sembra accogliere il suggerimento che perviene da una luce folgorante che gli colpisce la testa. All'interno della nube di luce si legge la parola VERITAS, che accompagnò il santo nella sua ricerca che durò una vita intera.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3

 

 

Gérard Edelinck

Pittore e incisore fiammingo, Edelinck nacque ad Anversa nel 1640. In questa città frequentò la bottega di Galle il Giovane, ma già nel 1666 lo troviamo trasferito a Parigi. Sposò la nipote di Nanteuil e diresse un laboratorio alla Manifattura dei Gobelins. La sua giovanile formazione di incisore è ben evidente in molte sue opere realizzate a bulino con precisione mirabile. Riprodusse in tal modo parecchi dipinti contemporanei, specialmente quelli di Charles Le Brun e di ritrattisti come Nicolas de Largillière e Rigaud. La sua produzione incisa si compone di 339 pezzi e contiene numerosi ritratti di grandi personaggi e celebrità del suo tempo, come Philippe de Champaigne. Morì a Parigi 1707.