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PITTORI: Maestro di Ennezat

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MAESTRO DI ENNEZAT

1650-1690

Ennezat, chiesa Collegiata di San Vittore e santa Corona

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La statua a mezzo busto di Agostino fa parte di un gruppo di statue in legno che appartengono alla Collegiata dei santi Vittore e Couronne di Ennezat. Le opere sono state realizzate nel secolo XVII. La figura di Agostino viene qui presentata come quella di un grande studioso, con uno specifico cappello in testa. Il volto è alquanto espressivo nella sua semplicità e nettezza del contorno del viso.

In questo paese esiste ancora una Rue des Augustins, ricordo di un antico insediamento agostiniano che viene citato anche nell'Orbis Augustinianus di Lubin pubblicato a Parigi nel 1659 alla voce Enneziacensis.

Nel 1352 Guillaume Flotte Signore di Ravel e di Ennezat decise la costruzione di un convento agostiniano "in quodom loco eneziaco" chiamato "cimeterium Judeorum". Nel 1401 il convento agostiniano tuttavia si era già trasferito all'interno della cinta muraria cittadina.

 

Benché sia nota la data di fondazione del Capitolo, nulla è sicuro circa quella della chiesa, dato che è improbabile che sia stata costruita nello stesso periodo (1060). La navata centrale più che a un edificio dell'XI secolo, rimanda a una costruzione della seconda metà del XII secolo. La chiesa inoltre presenta uno stile misto dove sopravvivono elementi romanici accanto a quelli gotici. Il nartece, la navata centrale e il transetto sono elementi romanici che si sono conservati del primo periodo architettonico della chiesa. La navata è lunga circa 18 metri. Le strutture in stile gotico sono presenti nella sala capitolare trasformata in sacrestia fin dal XVI secolo, nella scala della torretta, nel coro con le sue cappelle radiali lungo il deambulatorio. Il coro è piuttosto lungo e imponente ed è stato voluto dai canonici del Ennezat per esprimere visivamente il loro prestigio. Le parti gotiche sono state realizzate in andesite, una pietra lavica di colore nero che si contrappone al colore bianco luminoso della pietra con cui sono state realizzate le strutture romaniche.

lLa chiesa ha subito molti cambiamenti nel XIX secolo eseguiti dall'architetto locale Mallay. Le decorazioni romaniche sono di notevole interesse soprattutto nei capitelli. Fra questi è famosa la raffigurazione dell'usuraio, un uomo morto sollevato da due demoni. Tiene una borsa tra i suoi piedi ed è scolpito con un'aulula, una sorta di vaso di terracotta pieno di monete. Un cartiglio retto da due scribi reca la seguente iscrizione latina: "Cando usuram acepisti fecisti opera mea". Altri capitelli raffigurano animali, sirene, centauri, grifoni e aquile. Il coro gotico è costituito da un'abside, un deambulatorio e cinque cappelle radiali. Le cappelle sono dedicate al Sacro Cuore, a san Michele, a san Vittore e santa Corona, a San Biagio e infine a san Giuseppe. Sempre nella parte gotica della chiesa sono visibili due affreschi ben conservati di una certa importanza: sul lato sud è un dipinto il Giudizio Universale, con tonalità in rosso e oro. Cristo, al centro, divide eletti e dannati inviando i primi nella città celeste, mentre san Michele aspetta i secondi all'inferno. Il secondo affresco è diviso in due registri orizzontali. In quello inferiore è dipinta una presentazione della famiglia del Canonico Robert Bassinhac, donatore del dipinto. Nel registro superiore troviamo una raffigurazione dei "Tre morti e tre Loud". Si possono vedere due signori a cavallo e una donna, tutti e tre in abiti da caccia, di fronte a tre scheletri. Questi tre personaggi vedendo la propria morte ne traggono un avvertimento.