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PITTORI: Maestro di Evora

sant'Agostino monaco

sant'Agostino monaco

 

 

MAESTRO DI EVORA

1600-1650

Evora, Museo Nacional Fray Manuel del Cenáculo

 

sant'Agostino monaco

 

 

 

Questa statua di sant'Agostino è conservata nel Museo nazionale a Evora e proviene dalla chiesa di Nostra Signora. Si tratta di un lavoro di ignoto artigiano dipinto in policromia, parzialmente mutilo, ma dall'espressione ancora vivida e penetrante.

Il santo è stato raffigurato come monaco del suo stesso Ordine. Il capo mostra la tonsura monacale in uso, mentre il volto, scavato dal passare del tempo, ci presenta un Agostino maturo e dallo sguardo autorevole.

Una folta barba riccioluta gli scende dal volto fin sul petto e si appoggia sulla cocolla dell'abito monacale.

Il cappuccio rivolto dietro il capo annuncia la povertà del monaco. Un mantello copre le spalle del santo e scende fino ai piedi. La tunica nera del monaco agostiniano appare in tutta la sua evidenza assieme alla cintura di cuoio, simbolo della fedeltà agostiniana.

 

Agostino dopo il suo ritorno in Africa condusse una vita appartata prima a Tagaste nella sua città natale e poi anche a Cartagine. In questo periodo, assieme ad amici, fonda delle piccole comunità, che sono le prime esperienze di quelle che diventeranno negli anni seguenti dei veri e propri monasteri. L'iconografia agostiniana ha sempre privilegiato, specialmente alle origini della fondazione dell'ordine agostiniano nel XIII secolo la figura dell'Agostino monaco, riconoscendo nel santo l'autentico fondatore dell'ordine stesso. In queste rappresentazioni il santo appare con la tradizionale veste nera dei monaci agostiniani.

 

Ricevuta la grazia, insieme con altri concittadini e amici che ugualmente servivano a Dio, volle tornare in Africa, alla sua casa e ai suoi campi. Tornato, vi rimase circa tre anni; e dopo aver ceduto quei beni, insieme con quelli che gli erano vicini viveva per Dio, con digiuni preghiere buone opere, meditando notte e giorno la legge del Signore. 3. 2. E tutto ciò che Dio faceva comprendere a lui che meditava e pregava, egli faceva conoscere a presenti e assenti con discorsi e libri.

POSSIDIO, Vita beati Augustini 3, 1.