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PITTORI: Maurizio Garcia

Agostino e il mistero della Trinità: il bambino sulla spiaggia

Agostino e il mistero della Trinità: il bambino sulla spiaggia

 

 

MAURIZIO GARCIA

XVII secolo

New York, Museo di Brooklyn

 

Agostino e il mistero della Trinità: il bambino sulla spiaggia

 

 

 

L'opera di Garcia, si inserisce nell'orizzonte artistico peruviano e riprende un tema caro alla iconografia agostiniana e cioè il desiderio di Agostino di conoscere il mistero della Trinità. Agostino, vestito con la nera cocolla dei monaci agostiniani, sta passeggiando in riva al mare mentre legge un libro. Davanti a lui un bambino sta versando dell'acqua in una buca davanti al mare. Sullo sfondo a destra si vedono Alipio e Agostino seduti in un giardino a conversare. A sinistra, in una nube si nota invece la Trinità che Agostino invano sta cercando di comprendere. Ai piedi di Agostino stanno deposti la mitra e il bastone episcopale. L'opera ha le dimensioni in altezza di 111 cm e in larghezza di 166 cm.

 

Il testo in basso a sinistra: Paseandose Agustino un / dia por la orilla del Mar ocupa / da la imaginacion de querer apunar / algunos puntos del inefable Misterio / de la Trinidad enc.. aun Niño muy / afanado, al parecer en metro el agua del / Mar en una posa q habia abierto en la are / na. preguntole el Sto. q pretendía con / aquello? metro toda el agua enesta poza / respondio el Niño. replico Agustín, ¿/ no ves q. eso no puede ser? mas facil / es esto, Icspôº. el Nino q. comprensione / el misterio incomprensibile. 

 

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del problema del Bene e del Male, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo. Altri aggiungono che forse il colloquio non si sarebbe svolto esattamente come è stato raccontato, perché, prima di sparire, il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, in quanto - avrebbe obiettato - il mare e i misteri di Dio sono due realtà assai diverse. Pur impossibile, sarebbe stato teoricamente verosimile immaginare il versamento del mare in una buca e allora allo stesso modo si sarebbe potuto supporre che i misteri divini avrebbero potuto entrare in un cervello umano adatto allo scopo e se l'uomo non aveva ricevuto una mente con tali qualità la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i suoi misteri fossero concepiti dall'uomo, per lasciarlo nell'ignoranza e nel dubbio più atroci.

"Perché Dio non vuole essere capito?" avrebbe domandato il Santo al pargolo divenuto improvvisamente pensieroso. "Te lo dimostro subito" rispose il bambino dopo un momento di perplessità e così, mentre parlava, con il secchiello divenuto improvvisamente grandissimo e mostruoso, in un sol colpo raccolse l'acqua del mare, prosciugandolo, e la pose nella buca, che si allargò a dismisura fino ad inghiottire il mondo. A quella vista il Santo si svegliò con le lacrime agli occhi e capì.