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PITTORI: Maestro occitano

Agostino, la Trinità e il Bambino sulla spiaggia

Agostino, la Trinità e il Bambino sulla spiaggia

 

 

MAESTRO OCCITANO

1675-1690

Lavaur, Museo du Pays vaurais

 

Agostino, la Trinità e il Bambino sulla spiaggia

 

 

 

Questo dipinto fa parte di una serie che raffigurano i quattro Dottori della Chiesa. Di autore sconosciuto, l'opera risale allo scorcio finale del Seicento ed è stata dipinta con colori a olio su legno. Misura 67 cm in altezza e 52 in larghezza.

Vi è raffigurato sant'Agostino a mezzo busto seduto meditabondo alla propria scrivania con un libro nella mano sinistra. Ha deposto la mitra sul tavolo e regge il bastone pastorale con il braccio sinistro. Il volto del santo è pensieroso e la mano destra appoggiata al viso con l'indice allungato rafforza questa percezione.

L'opera è stata realizzata nella Francia del Sud e molto probabilmente è stata commissionata e utilizzata a Lavaur nel Dipartimento di Tarn. L'opera infatti fino al 1964 si trovava nella chiesa di san Giovanni Battista a Pibres. La chiesa di Pibres è menzionata in un documento del 1508 e compare su una mappa della diocesi di Lavaur del 1683.

Attualmente è conservata nel Museo du Pays vaurais di Lavaur.

La scena descritta nel quadro si riferisce alla ricerca agostiniana del mistero della Trinità, che in questo caso riprende una leggenda medioevale, come si evince dalla presenza di un bambino con un cucchiaio in mano nell'angolo destro in basso del quadro.

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del mistero della Trinità, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo. Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità. L'origine di questa tematica iconografica non proverrebbe dunque dalla agiografia medioevale quanto piuttosto dalla predicazione.