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PITTORI: Pedro Orrente

Sant'Agostino allo scrittoio scrive libri

Sant'Agostino allo scrittoio scrive libri

 

 

PEDRO ORRENTE

1630-1640

Madrid, Museo Cerralbo

 

Sant'Agostino allo scrittoio scrive libri

 

 

 

Questa tela, che si trova al Museo Cerralbo a Madrid, raffigura sant'Agostino di Ippona, Padre della Chiesa, mentre sta scrivendo libri e trattati nel suo studio. L'opera viene attribuita a Pedro de Orrente. Il santo ha un aspetto giovanile con un viso scavato, alquanto espressivo, dalla folta ed elegante barba nera. Indossa il piviale episcopale, ricco di ricami, ed in testa porta una mitra voluminosa e decorata con efficace semplicità. Con la mano sinistra regge con delicatezza ritto in piedi un voluminoso libro riccamente rilegato in pelle rossa. Con la mano sinistra regge una penna d'oca con sui si sta accingendo a scrivere sul libro. Una robusta tovaglia dai ricami geometrici ben curati si stende sul tavolo di lavoro, dove sono accatastati anche altri per poter scrivere.

La torsione del busto di Agostino assicura alla scena una straordinaria vivacità e dinamicità, ampliata dall'espressione del santo, i cui occhi chiusi rimandano a una visione interiore che sublima la realtà del momento.

 

 

Pedro de Orrente

Nasce, secondo la tradizione più accreditata, a Murcia nel 1580 e fu attivo soprattutto nella prima metà del XVII secolo.

Alcuni studiosi sostengono invece che fosse oriundo di Montealegre del Castillo, piccolo villaggio nella Comunità di Castiglia-La Mancia, nella Spagna centrale. La sua formazione avviene a Toledo, dove ha modo di conoscere lo stile di El Greco attraverso le sue pitture disseminate nelle chiese e nei palazzi cittadini. in questa città stringe amicizia con il pittore Jorge Manuel. Probabilmente compì un viaggio di formazione a Madrid.

Orrente a Toledo divenne uno dei più grandi esponenti di quella scuola pittorica insieme ai contemporanei Juan Sánchez Cotán e Luis Tristán. Il suo stile risente chiaramente del tenebrismo tipico di Jacopo Bassano, per quanto non l'abbia mai conosciuto se non attraverso le sue opere, di cui realizzò diverse copie.

La sua attività è ben documentata nelle città di Murcia, Cuenca, Cordova, Siviglia e soprattutto Valencia, città che raramente abbandonò perché fu per lui una inesauribile fonte di commissioni e di successo.

Verso il 1616 Orrente realizzò il Martirio di san Sebastiano per una cappella privata della cattedrale ed eseguì e firmò la tela che è ritenuta il suo capolavoro: il Sacrificio di Isacco, conservato nel Museo de Bellas Artes di Bilbao, un'opera impregnata dal naturalismo e dal chiaroscuro.

Nel 1617 ritornò a Toledo per completare il Miracolo di santa Leocadia. Tra il 1626 e il 1631 è nuovamente a Toledo, dove lascia una vasta serie di dipinti a soggetto biblico di stile veneto. La conoscenza di pittori come Jusepe de Ribera e Francisco Ribalta gli permise di raffinare la sua vena caravaggesca, che diffuse in Spagna. Nella sua bottega lavorarono tanti allievi, fra cui Esteban March e Pablo Pontons. Orrente morì a Valencia probabilmente nel 1645.