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PITTORI: Maestro salentino

Agostino vescovo e cardioforo

Agostino vescovo e cardioforo

 

 

MAESTRO SALENTINO

1640-1660

Ostuni, chiesa di san Francesco di Assisi

 

Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

Agostino viene qui raffigurato secondo una icona cara al barocco e tardo barocco. L'anonimo scultore ci presenta il santo nella sua veste episcopale con la mitra in testa e il bastone pastorale appoggiato alla spalla sinistra. Nella mano destra regge un cuore rossastro fiammante, mentre con la destra regge un libro aperto come un segnalibro dal dito indice. Il volto del santo ha un aspetto ancora giovanile, con una folta barba riccioluta che gli copre il mento e scende fin sul petto.

La statua è posta su un piedistallo all'interno di una nicchia che si trova sopra il primo altare di destra, che è dedicato al santo, nella chiesa di san Francesco.

La figura ieratica del santo induce a crede che l'autore appartenga alle maestranze di una bottega locale.

 

La chiesa di san Francesco a Ostuni si trova in piazza della Libertà e apparteneva al complesso monastico dei padri francescani conventuali presenti in città. L'edificio fu innalzato una prima volta nel 1304, nell'orto del Colombro, su un suolo donato da Filippo principe di Taranto. Probabilmente di stile gotico, nel 1615 la chiesa subì profonde trasformazioni e in gran parte fu ricostruita. Nella seconda metà del Settecento i Padri Francescani ricostruirono il convento su progetto dell'architetto Pietro Magarelli e provvidero a migliorare la chiesa sotto la direzione del maestro muratore e scultore Giuseppe Fasano, coadiuvato dal figlio Carlo, e Nicolantonio Maldarella. La facciata fu progettata nel 1883 dall'architetto ostunese Gaetano Jurleo in modo da renderla omogenea con lo stile neoclassico dell'adiacente Palazzo di Città, realizzato da Ferdinando Ayroldi, che aveva occupato l'intero convento. La facciata, dedicata alla Gloriosa Regina Mundi, è divisa in due bande dal cornicione che la attraversa a metà della sua altezza. Nella parte inferiore sono ben in vista due statue in marmo di Carrara, dello scultore ostunese Francesco Bagnulo (1911-1991), collocate nel 1935 in due nicchie che raffigurano i santi Francesco d'Assisi nell'atto di ammansire il lupo e Antonio di Padova. Il punto esatto dove san Francesco d'Assisi tenne il suo discorso è indicato da una statua di marmo che lo raffigura situata nella parte retrostante la chiesa. Il portale della chiesa è di bronzo ed è opera dello scultore romano Egidio Giaroli, collocata nel 1985. L'interno della chiesa si presenta a navata unica, con una elegante cupola, stucchi di pregio e un imponente altare maggiore con balaustra in marmo e due angeli reggi fiaccola attribuiti al Sanmartino (Napoli 1720-1793), capolavoro di intarsio di marmi preziosi. La balaustra della elegante cantoria reca una scritta in latino che indica nell'anno 1780 la data di costruzione dell'altare maggiore. Vi sono infine quattro più piccoli altari nella navata, piuttosto raffinati e graziosi, scolpiti nella tenera pietra locale.

Gli altari sono dedicati il primo e il secondo a destra entrando a sant'Agostino e alla Madonna Addolorata. Nelle nicchie sono collocate le rispettive statue; quella di Sant'Agostino, lignea, è secentesca. Nel secondo altare si trova il Cristo Morto, un simulacro che la confraternita portava in processione assieme all'Addolorata e agli altri misteri al mattino del Venerdì Santo.

Circa gli altari di sinistra, sul primo c'è una tela settecentesca, mentre sul secondo abbiamo un bassorilievo in cartapesta, firmato da Raffaele Caretta nel 1919. Raffigura Sant'Antonio che distribuisce il pane ai poveri.

Si possono ammirare una tela della scuola di Luca Giordano raffigurante Mosè, diverse statue lignee del XVII e XVIII secolo, tra cui quella di San Giuseppe del 1695 e quella dell'Immacolata del 1719 dello scultore Giacomo Colombo (Este, 1663 - Napoli, 1731 circa) e quella di sant'Antonio di Padova. Colombo fu un grande artista-imprenditore, a capo di una bottega che lavorò a Napoli tra l'ultimo decennio del XVII secolo e il primo trentennio del successivo secolo. Sue opere sono presenti un poco in tutto il Viceregno spagnolo dell'Italia meridionale e in Spagna.

Nei peducci della cupola, nei medaglioni della volta e nel vano delle tre finestre finte del lato sinistro, Mario Colonna, artista di Bari, nel 1988-1989 ha affrescato i Quattro Evangelisti, la Gloria dell'Immacolata, nel presbiterio, la Creazione di Adamo, nella crociera sinistra), la Pentecoste, l'Annunciazione e l'Ascensione. Nella navata possiamo osservare l'Adorazione dei Magi, il Ritrovamento di Gesù nel tempio e le Nozze di Cana.

I Francescani la accudirono per oltre cinque secoli, e in seguito alla prima soppressione degli ordini religiosi, fu data in consegna all'arciconfraternita dell'lmmacolata che tuttora ne detiene la gestione.