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PITTORI: Paolini Pietro

Sant'Agostino allo scrittoio

Sant'Agostino allo scrittoio

 

 

PIETRO PAOLINI

1630-1640

Collezione Privata

 

Sant'Agostino allo scrittoio

 

 

 

Questa tela che raffigura un sant'Agostino allo scrittoio è opera di Pietro Paolini, un pittore lucchese dell'età barocca. Questo quadro, noto come S. Agostino alias Paulino Pellegrini, si trovava nella quadreria della famiglia Pellegrini. Il quadro è sempre stato attribuito al lucchese Pietro Paolini (1603-1681), uno dei più importanti fra i pittori caravaggeschi toscani. Quello che attrae del quadro, oltre la raffinata cornice ad anelli che lo racchiude, e la resa meticolosa della mitria e del piviale, è la figura del santo vescovo. Il suo volto presenta le gote coperte da una peluria grigia propria di una barba non ben rasata. Il naso ha un aspetto prominente, le labbra sottili, la carnagione rubizza e gli occhi dall'espressione indagatrice. Si ritiene che l'opera sia stata eseguita nel periodo 1630-1640 ed è realistico immaginare che l'artista abbia ritratto un personaggio reale nelle sembianze di S. Agostino. Questa peculiarità è tipica dei canoni dell'arte sacra seicentesca, che armonizza la rappresentazione trasfigurata al realismo dei personaggi. Il ritratto potrebbe essere quello di un membro della famiglia Pellegrini di Borgo a Mozzano commissionato direttamente a Paolini da suo fratello, che era di stanza nel paese col grado di colonnello fino al 1651. Facendo riferimento alla datazione del quadro e tenendo conto del parziale albero genealogico dei Pellegrini dall'anno 1450 a circa metà del 1600, il personaggio nei panni del vescovo d'Ippona dovrebbe essere il nobile "Paulino".

 

 

Paolini Pietro

Pietro Paolini è noto anche anche Paolino. nacque a Lucca nel 1603. Venne mandato dal padre a studiare a Roma, sotto la guida di Angelo Caroselli, un noto copista e falsificatore. A Roma Paolini ebbe l'opportunità di conoscere le novità e le realtà artistiche di numerose scuole come quella di Caravaggio, quella bolognese e quella fiorentina. Durante il periodo romano Paolini dipinse tele di sapore caravaggesco come La buona novella, Marta che parla a Maria, La Deposizione e Il martirio di S. Bartolomeo. Nel 1628 si trasferì a Venezia per migliorare la sua conoscenza della pittura veneta. La morte del padre nel 1629 lo costrinse al ritorno tornare a Lucca, dove durante la pestilenza del 1630 morirà anche la madre. Paolini non si sposterà più per cui lavorò principalmente a Lucca dove nel 1652 fondò l'«Accademia del naturale». Ciò gli permise di introdurre in città le più importanti tematiche estetiche della nuova scuola naturalistica. Tra i suoi allievi si ricordano Francesco Cassiano, Simone del Tintore e Girolamo Scaglia. Paolini morì nella città natale nel 1681.

La maggior parte delle sue opere si trova a Lucca e una stanza con i suoi dipinti è visitabile presso il Museo nazionale di Villa Guinigi a Lucca. Un altro dipinto, l'Adorazione dei pastori è conservato presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Anche l'opera "Eccidio degli ufficiali del generale Wallenstein", che fu realizzato su commissione di Lelio Diodati, si trova a Lucca nel Palazzo Orsetti, che fu di proprietà Diodati ed oggi è sede dell'Amministrazione Comunale della città.