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PITTORI: Maestro di Porto

Agostino a colloquio con Simpliciano

Agostino a colloquio con Simpliciano

 

 

MAESTRO DI PORTO

1640-1660

Ravenna, Basilica di Santa Maria in Porto

 

Agostino a colloquio con Simpliciano

 

 

 

L'affresco compare nell'intradosso dell'ultima cappella di destra nella Basilica di Santa Maria in Porto che appartenne ai Canonici Lateranensi.

Vi è stata raffigurata con molta probabilità la scena dell'incontro fra Agostino e Simpliciano. la scena completa la triade di affreschi presenti nella stessa cappella tutti riferibili al periodo del soggiorno milanese di Agostino.

L'incontro avviene all'interno di una camera con i due personaggi seduti uno di fronte all'altro su due sedie estremamente eleganti e poderose. Fra di loro si frappone un tavolo con una lunga tovaglia verde dove è appoggiato un foglio scritto attorno al quale si muovono le mani dei due personaggi a mimare una discussione vivace e accalorata. Agostino ha un aspetto giovanile, mentre Simpliciano, vestito da presule, ha un volto dai lineamenti anziani con una folta barba bianca.

Nelle sue Confessioni Agostino dirà che il Signore stesso lo ha indirizzato al prete di Milano: "Ed ecco, Tu suggeristi alla mia mente l'idea di rivolgermi a Simpliciano, che si presentava come un fedele in cui risplendeva la Tua grazia". Preparato da Simpliciano, Agostino riceve il battesimo dal vescovo Ambrogio nel 387. Questo eccezionale catechista, forse romano di origine, è cristiano fin dalla giovinezza. Dopo anni di studi classici e di viaggi viene ordinato sacerdote, e diventa famoso quando converte al cristianesimo uno degli intellettuali più illustri del tempo: Caio Mario Vittorino. A Milano lo troviamo nel tempo in cui Ambrogio vi risiede ancora come governatore civile di quasi tutta l'alta Italia. E qui rimane per sempre, aiutando il vescovo Ambrogio con la sua preparazione teologica ed esegetica, e influendo col suo prestigio sull'ambiente culturale della città. Mantiene contatti epistolari con Agostino, poi vescovo di Ippona, che dall'Africa gli manda i suoi scritti, chiedendo giudizi e consigli. Il vescovo Ambrogio muore il 4 aprile 397, dopo aver indicato come successore proprio Simpliciano, ormai vicino agli ottant'anni. "È vecchio, ma buono", avrebbe detto Ambrogio morente, e così Simpliciano gli succede, per un episcopato di circa quattro anni, sul quale abbiamo poche notizie.

 

Fu verso la prima metà del Quattrocento che i Canonici Regolari di Santa Maria in Porto decisero di costruire un loro monastero adiacente alla chiesa di Santa Maria a Porto Fuori, in un luogo poco lontano dal centro della città. I veneziani tuttavia ottennero che il monastero venisse costruito entro le mura della città.

La costruzione del monastero venne avviata nel 1496 e si concluse nel 1509. I Canonici vi si insediarono già dal 1503, mentre la consacrazione ebbe luogo nel 1606, da parte dell'arcivescovo di Ravenna insieme al cardinale camerlengo Pietro Aldobrandini. Nel 1710 fu realizzato il nuovo altare maggiore e, nel 1784.

Nel 1797 la chiesa fu occupata dai francesi, che spogliarono il santuario dei suoi beni ed espulsero i monaci. Fu in questa occasione che venne espropriato il dipinto, detto anche Pala Portuense raffigurante La Vergine in trono con il Bambino, i Santi Anna, Elisabetta, Agostino e il beato Pietro degli Onesti del pittore Ercole de Roberti, che oggi è conservato alla Pinacoteca di Brera.