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PITTORI: Francisco Rizi

Sant'Agostino vescovo e cardioforo di Francisco Rizi

Agostino cardioforo

 

 

RIZI FRANCISCO

1655

Madrid, Museo Làzaro Galdiano

 

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

Francisco Rizi ci propone una classica rappresentazione del santo in abito vescovile, con la mitra in testa e il pastorale in mano. Sotto i ricchi paramenti sacri, Agostino indossa il saio nero dei frati eremitani a rimarcare la continuità che l'Ordine voleva riconoscere con l'opera di Agostino. Nella mano destra regge un cuore fiammante, un simbolo che ebbe molta fortuna nella iconografia agostiniana di quel secolo.

Il viso del santo, giovanile, con una folta barba scura, ha lo sguardo fisso verso il cielo dove cerca di avvicinarsi a Dio, che durante la vita ha così ardentemente cercato di trovare e di capire nel mistero della sua esistenza.

Ai suoi piedi si intravedono i suoi libri che alludono alla sua condizione di scrittore e Dottore della Chiesa. Lo stile di Rizi, dal colore ricco, vivace e frizzante, anche nei soggetti di ritrattistica, è molto legato ai dipinti del Convento degli Angeli a Madrid. Grazie alle sue dimensioni (la tela misura 96 x 41 cm) l'opera poteva costituire una piccola pala ai piedi o all'interno di un retablo di grandi dimensioni come era uso produrre a Madrid nel Seicento. Il quadro è stato recentemente sottoposto a un'opera di pulizia e restauro che ha rivelato che la tela ha subito notevoli danni e restauri successivi. Inoltre, il pittore ha dipinto un pezzo di tela che era stato usato in precedenza.

L'opera è oggi conservata a Madrid nel Museo Làzaro Galdiano.

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Rizi nacque come Francesco Ricci a Madrid nel 1614, da una famiglia composta da artisti. Suo padre, Antonio Ricci, era un pittore mediocre nativo di Bologna, trasferitosi in Spagna insieme all'amico Federico Zuccari a partire dal 1583. Giunto a Madrid per aiutare quest'ultimo a dipingere gli affreschi dell'Escorial, Ricci aveva preso in moglie una giovane madrilena, dandole due figli: Juan, nato nel 1595, anch'egli pittore, e Francisco, i cui cognomi vennero ispanicizzati in Rizi. Francisco si formò nella bottega del pittore Vicente Carducho, anch'egli italiano trapiantato nella penisola.

Tra il 1640 e il 1649 sono documentate molte opere di Francisco, portatore di uno stile ancora poco conosciuto in Spagna, il barocco. Ne è un magnifico esempio la grande pala eseguita per i Capuchinos di El Pardo, in cui un illusionistico arco prospetta un paesaggio verdeggiante sullo sfondo. Questo stile ricorda artisti quali Pietro da Cortona, Pieter Paul Rubens e Antoon van Dyck. Non a caso, la tela è considerata una delle prime e più grandi manifestazioni del nuovo stile barocco in Spagna. Nel 1656, Rizi venne nominato ufficialmente pittore del re. A partire da questo momento, l'artista iniziò ad accettare le numerose commissioni provenienti dagli istituti religiosi madrileni che lo impegneranno per tutti gli anni sessanta del secolo. A Madrid, inoltre, aprì una nota bottega, presso il quale si formarono diversi artisti, fra cui ricordiamo Claudio Coello. Dopo un certo allontanamento dalla corte reale, Rizi ormai anziano, pur lavorando occasionalmente fuori dalla capitale spagnola, si ritirò presso il monastero di El Escorial, dove morì nell'anno 1685.

 

Si ringrazia per la segnalazione il signor Josep Maria Cid.