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PITTORI: Anonimo di Sant'Angelo

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

ANONIMO DI CITTA' DI SANT'ANGELO

1672-1720

Città di Sant'Angelo, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Le più antiche documenti relative a questa chiesa sono due diplomi del re Roberto D'Angiò, entrambi datati 1314. Nel primo viene disposta la fondazione del convento di Santa Maria e nel secondo vengono indicate le condizioni per la costruzione e il mantenimento grazie alla donazione della chiesa ai Padri Agostiniani. Della originaria struttura medievale oggi resta ben poco poiché l'edificio fu completamente ristrutturato nel 1789. La chiesa medioevale tuttavia fu descritta da un documento seicentesco contenente una sommaria descrizione della primitiva chiesa: era a navata unica, rettangolare, senza abside e con due spazi con copertura a crociera all'altezza del coro. La ristrutturazione del 1789 fu operata da Francesco di Sio che realizzò due campate rettangolari con copertura a calotta ellittica, unite da due archi raddoppiati e disposte in senso ortogonale rispetto all'asse longitudinale.

L'icnografia ad aula unica con due cappelle laterali richiama la chiesa di S. Agostino di Ancona, realizzata da Luigi Vanvitelli intorno alla metà del Settecento. Questa tipologia architettonica è piuttosto diffusa nelle chiese agostiniane abruzzesi settecentesche, anche se lo si ritrova in altri esempi del Settecento lombardo. La facciata è preceduta da una lunga scalinata in pietra calcarea compatta e fu ideata nel 1798 dall'architetto dello Stato Pontificio Santino Capitani. La superficie della facciata è stata divisa da quattro lesene ed è ulteriormente geometrizzata da una trabeazione con cornice aggettante che al centro, in corrispondenza della porta, contiene una nicchia nella quale è la statua di Agostino.

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6