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PITTORI: De Schayck Ernst

Madonna della cintura con i santi Agostino, Monica e altri santi

Madonna della cintura con i santi Agostino, Monica

e altri santi

 

 

DE SCHAYCK ERNST

1617

Serra de Conti, chiesa di santa Maria Maddalena

 

Madonna della cintura con i santi Agostino, Monica e altri santi

 

 

 

Nato a Utrecht nel 1567, Ernst De Schayckè l'autore di questo olio su tela che raffigura la Madonna della cintola. Ernst De Schayck ha apposto la propria firma e la data di esecuzione su questo dipinto che è collocato sull'altare maggiore della chiesa di Santa Maria Maddalena a Serra de Conti.

Poco si sa della formazione di questo pittore olandese cge discendeva da una famiglia di pittori. Egli è documentato in Italia già a partire dal 1598 ad Imola, dove esegue un ritratto e un dipinto religioso per la chiesa di San Giuliano. Questi due pezzi testimoniano la sua adesione ai moduli fiamminghi con una particolare attenzione alla realtà e una discreta attitudine al ritratto che contraddistinguerà tutta la sua produzione. Fino al primo Seicento lavora in Emilia nel solco della tarda pittura cinquecentesca emiliana. In questo contesto approfondisce l'espressione di grandi gruppi di figure sotto l'influsso di Bartolomeo Passarrotti. Non si sa quando arrivò nelle Marche, ma già nell'anno 1600 data e firma un quadro raffigurante l'Adorazione dei Pastori che viene dipinta per la chiesa di San Francesco a Camerano Dal 1609 avvia la sequenza regolare di pitture in cui l'artista si firma come abitante di Castelfidardo. Verso il 1610 lavora a Filottrano e continua con un'attività documentata ad Appignano, Mondolfo, Lugo di Romagna, Sassoferrato, Matelica, Ripatransone, Recanati e San Severino, dove lascia la sua ultima opera documentata e datata al 1631. In questo periodo probabilmente ebbe un breve soggiorno a Macerata dove documenti d'archivio attestano l'esecuzione di alcuni lavori di cui però si è persa ogni traccia. Il dipinto di Serra de Conti datato 1617 rientra nel periodo del suo soggiorno marchigiano e gli fu commissionato dalla nobildonna Innocenzi di Ostra Vetere il cui stemma è riportato, accanto alle iniziali, sotto la data e la firma dell'artista.

In quell'anno ricopriva l'incarico di Madre Vicaria del Monastero la nobile Cornelia Maria Honorati, figlia di Lorenzo Honorati, nobile di reggimento di Serra, nobile della città di Jesi, medico della città, e di Fulgenzia Innocenzi di Ostra Vetere, sposa in seconde nozze. Il dipinto va quindi considerato come un dono della zia, sorella della madre, alla giovane Madre Vicaria che, nel 1619, viene eletta Madre Badessa. Tale incarico ltriennale le sarà riconfermato per ben sette volte.

La tela raffigura la Madonna in trono con il Bambino intenti a consegnare le cinture, uno dei simboli cari all'ordine agostiniano, a sant'Agostino e a santa Monica, che il pittore ha collocato ai lati del trono della Vergine. A livelli inferiori, secondo una scansione simmetrica e verticale, compaiono a sinistra figure di prelati agostiniani, mentre a destra sono raffigurati re e regine. In primo piano a mezzo busto sono stati dipinti quattro Santi in adorazione.

Il Monastero di Santa Maria Maddalena. La presenza monastica femminile a Serra De Conti è attestata fin nel secolo XIV. Dalla fine del XVI secolo, grazie a varie facilitazioni ecclesiastiche, il nuovo monastero nel 1579, dopo alcuni restauri, si popolò di un primo nucleo di religiose provenienti da nobili famiglie marchigiane. Molti beni dell'antico monastero sono stati utilizzati per l'allestimento del Museo delle arti monastiche. A fianco dell'ingresso del convento era collocata la piccola chiesa monastica con accesso anche per il pubblico. L'ingresso è caratterizzato da un portale di pietra nel quale è scolpita la figura di santa Maria Maddalena e costituisce un bell'esempio di architettura monastica tardo cinquecentesca. L'attuale chiesa fu edificata nel 1603, venti anni dopo la riapertura del monastero.

La struttura, inglobata nel complesso monastico, è interessante per la particolare forma ellissoidale della pianta, che richiama l'icnografia della chiesa romana di S. Maria dei Sette Dolori (1643-1646) dell'ordine claustrale delle Oblate Agostiniane.