Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Maestro di Siviglia

PITTORI: Maestro di Siviglia

Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine

Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine

 

 

MAESTRO DI SIVIGLIA

1670

Siviglia, Museo di Belle Arti

 

Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine

 

 

 

Questa particolare raffigurazione di Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine proviene dalla facciata della chiesa del Convento di Nostra Signora del Pópulo de Agustinos Descalzos di Siviglia. Non se ne conosce l'autore né la fabbrica che ha prodotto le ceramiche. In ogni caso si presume che l'opera risalga all'anno 1670.

Attualmente il manufatto è conservato in una Sala del Museo delle Belle Arti a Siviglia. Agostino, a figura intera, occupa gran parte dello spazio. ha un volto dall'aspetto giovanile, con una folta barba e il capo scoperto. Indossa un elegante piviale, che lascia ampiamente intravedere la tunica dei monaci agostiniani e la cintura di cuoio, simbolo della fedeltà.

Il primo piano riservato a questo aspetto è motivato dalla committenza agostiniana, che voleva evidenziare il più possibile la stretta correlazione fra Agostino e l'Ordine moderne, che ne segue la regola e lo considera suo Padre fondatore.

Alle sue spalle un angioletto regge la mitra, mentre ai suoi piedi un'altro ha in cura il suo bastone pastorale. Sopra la sua testa la colomba dello Spirito Santo aleggia fra le figure di Cristo e della Vergine, contornati da un nugolo di angioletti.

La struttura misura 1,7 m. X 3 m circa e il soggetto utilizza come fonte iconografica un'antica leggenda di devozione in cui Sant'Agostino si rivolge a Cristo e alla Vergine e dice loro che non sa se nutrirsi del sangue del Signore o del latte di sua Madre. La frase che di solito accompagna questa scena è "positus in medio, QUOD ME VERTERE nescio, HIC (HINC) Pascor A VULNERE, HIC (HINC) LACTOR AB ubere"  e cioé: "posto al centro, non so a chi rivolgermi:se nutrirmi del sangue [di Cristo], o del latte materno [Vergine]".

L'argomento che rappresenta questa scena è simile nella sua composizione ad un dipinto di Esteban Márquez che venne dipinto per il Convento del Pópulo ed oggi è conservato nel Museo di Belle Arti di Siviglia.

L'episodio è relativo a una leggenda che nasce probabilmente in Italia.

Sembra che l'episodio prenda spunto da un passo della S. Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S. R. E. doctoris vita di Cornelius Lancelotz (1574-1622) O.S.A. edito ad Anversa nel 1616.

Lancillottus scrive, riportando parole apocrife di Agostino: "Positus in medio quo me vertam nescio. Hinc pascor a vulnere, hinc lactor ab ubere." La medesima scritta fu riportata da Francesco Francia e poi da Kartarius, un incisore nativo di Viterbo, che lavorò a Roma fra il 1560 e il 1570, nella sua stampa della Vita di Agostino edita nel 1570.

 

Un frammento di una incisione di Tortolero dell'1738, che riproduce l'ingresso a Siviglia di Felipe V, permette di ricostruire virtualmente i pannelli della facciata del convento scomparso di Nuestra Señora del Pópulo nella loro posizione primitiva. Il convento agostiniano costruì la sua chiesa nella seconda metà del Seicento. L'insieme dei pannelli della facciata, come altri lavori contemporanei, è un'opera anonima di grande qualità tecnica e artistica, probabilmente realizzato da pittori che si sono sporadicamente interessati alla ceramica.