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PITTORI: Maestro di Tropea

Agostino vescovo

Agostino vescovo

 

 

MAESTRO DI TROPEA

XVII secolo

Tropea, chiesa dei Liguorini

 

Sant'Agostino Dottore della Chiesa

 

 

 

 

La statua che raffigura sant'Agostino si trova in una nicchia della chiesa che i Redentoristi posseggono a Tropea. La chiesa (Chiesa del Gesù) è anche nota come chiesa dei Liguorini, ossia dei seguaci di Alfonso de' Liguori e fu costruita nel 1594. Una delle quattro nicchie della facciata, dal gusto tardo rinascimentale, ospita un sant'Agostino vivace nella sua espressione intenta a manifestare il suo amore per le sacre scritture e per la Trinità, simboleggiata dal cuore infiammato. Il santo, dal viso austero e maturo, con una folta barba, sembra tutto proteso ad esprimere con vigore la forza del pensiero cristiano di fronte a tutti gli uomini e agli eretici in particolare. Seduto su una cattedra in abiti vescovili (la mitra è deposta sullo sfondo) con la torsione del busto riesce a esprimere una grande vitalità di movimento quasi fosse sul punto di prendere veramente la parola per parlare. La chiesa dei padri "Liguorini" si trova in Largo Gesuiti ed è conosciuta anche con il nome di chiesa dei Gesuiti, essendo stata all’origine un collegio della Società di Gesù.

Nel 1790 passò alle funzioni dei padri redentoristi di S. Alfonso de' Liguori. La costruzione venne finanziata dai fratelli Claudio e Marcello Fasulli con il contributo di altri facoltosi cittadini. Tra le opere più interessanti che si trovano all’interno vi è il Sepolcro del SS. Redentore che ogni venerdì santo, in una cornice molto suggestiva, viene portato in processione con una cerimonia alla quale partecipano numerosi fedeli. L’altare centrale è posto dentro quattro lunghe colonne avvitate, arricchite da mosaici e da dipinti barocchi. Ai lati del coro, sopra le sacrestie, vi sono due locali con balaustre in legno lavorato. Molto interessante è anche il pulpito, anch’esso caratteristica costruzione artigianale e il lampadario a pioggia di cristalli sfaccettati, opera di autore ignoto. I dipinti posti sia sull’altare maggiore che su quelli laterali sono attribuiti al Grimaldi.

 

Il santo viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6