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PITTORI: Maestro di Annaberg

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

MAESTRO DI ANNABERG

1752

Annaberg in località di Lungötz, chiesa di sant'Anna

 

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

La statua raffigura sant'Agostino vescovo che regge nella mano destra un grande cuore con dei fiori. Nella mano sinistra tiene ben saldo il bastone pastorale. L'opera si trova nella chiesa parrocchiale di sant'Anna in località di Lungötz ad Annaberg. Più precisamente fa parte dell'altare dedicato a san Giovanni Nepomuceno. Agostino indossa i paramenti episcopali ed in testa porta una preziosa mitra. Il suo viso sbarbato ha le caratteristiche morfologiche degli abitanti del luogo di lingua tedesca.

 

La Cappellania di Lungötz sin dalla sua fondazione presenta una storia alquanto variegata. Prima della costruzione della chiesa attuale, il territorio parrocchiale apparteneva in gran parte alla parrocchia di Annaberg, la cui chiesa è dedicata a San Pietro, e in parte alla parrocchia di san Martino. La prima proposta di costruirvi una chiesa venne avanzata dal parroco di Annaberg, P. Gregor Seethaler che apparteneva all'ordine benedettino. Il progetto è stato ulteriormente promosso dal parroco di san Martino, il pastore Johann Honegger. Alla fine si riuscì a realizzare l'opera grazie anche a uno sforzo congiunto dell'Arcidiocesi, della popolazione di Lungötzer, di alcune imprese, fra cui in particolare l'industria del legno Kaindl, e della comunità di Annaberg governata dal sindaco Josef Quehenberger.

Il primo parroco fu Johann Honegger, cui seguirono Rolf Ziehaus e Helmut Benkler, un frate cappuccino che proveniva da Radstadt. Per 31 anni dal 1973 al 2004 fu parroco Volker Rank: gli successe P. Bernhard Roeck OSB, e dal 2013 P. è parroco Benedetto Röck OSB.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3