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PITTORI: Anonimo di Barcellona

Santa Monica in preghiera nella chiesa di sant'Agostino a Barcellona

Santa Monica in preghiera

 

 

ANONIMO DI BARCELLONA

XVII-XVIII secolo

Chiesa di sant'Agostino, Barcellona

 

 

Santa Monica in preghiera

 

 

 

Il quadro della santa in preghiera si trova nella omonima Cappella di S. Monica nella chiesa di sant'Agostino a Barcellona. La chiesa di sant'Agostino risale al XVII secolo. Presenta una stranissima facciata, probabilmente incompleta, con una base in stile classicheggiante e il timpano a mattoni irregolari. L'interno è a tre navate con numerosi altari laterali. Nelle vicinanze esisteva anche un convento di agostiniani che ora è stato trasformato in un albergo. L'Hotel Sant Agustí si trova a pochi passi dalla Rambla e Piazza Catalunia ed è vicinissimo al teatro da opera il Liceu ed al famosissimo mercato storico di Barcellona La Boqueria. L'albergo Sant Augusti si affaccia su una piccola piazza a soli 50 metri dalla famosa via di Barcellona la Rambla. Gode di un'ottima posizione centrale ma allo stesso tempo tranquilla, pur localizzato nel centro storico, vicino al Barrio Gotico e a pochi minuti da Piazza Catalunia. L'edificio originale è stato costruito nel 1720 come Convento di San Agostino. Dopo 120 anni il convento fu trasformato diventando così il primo hotel in assoluto di Barcellona. Quest'albergo, infatti, è il più antico albergo della città e ha iniziato la sua attività nel 1840. Già dall'entrata si percepisce immediatamente la recente ristrutturazione dove i bianchi soffitti con ampi archi tipici della struttura originaria si fondono con elementi moderni creando un mix davvero suggestivo.

All'interno della chiesa si trovano numerose opere d'arte a carattere agostiniano fra cui questa tela che raffigura Monica in preghiera per il figlio.

 

Il soggetto non è molto diffuso, ma è particolarmente interessante in quanto fa riferimento ai ricordi di Agostino, che sono descritti nel libro 9 delle Confessioni, dove il santo ricorda i pregi della madre. La preghiera era comunque una prerogativa e una qualità di Monica che Agostino ricorda in più occasioni, sia all'indomani della sua partenza da Cartagine, sia durante il suo soggiorno milanese, allorché Monica si incontrava con Ambrogio.

 

La madre di Agostino viene spesso raffigurata nell'iconografia agostiniana, da sola o assieme al figlio. Ella partecipa a scene fondamentali, come l'estasi di Ostia, la partenza da Cartagine o il soggiorno milanese e poi a Cassiciaco. La ritroviamo ancora assieme ai monaci ed ella stessa monaca o vestita da monaca mentre illustra la regola agostiniana nella versione femminile. Toccanti sono pure le scene che la vedono in azioni caritative. Con Agostino lasciò Milano diretta a Roma, e poi a Ostia, dove affittarono una casa, in attesa di una nave in partenza per l'Africa. Fu un periodo carico di dialoghi spirituali, che Agostino ci riporta nelle sue Confessioni. Lì si ammalò, forse di malaria, e in nove giorni morì, all'età di 56 anni. Drammatiche e toccanti sono le rappresentazioni della sua morte a Ostia. Di lei Agostino offre una biografia stupenda nella parte finale del libro IX delle Confessioni.

 

Finalmente guadagnò a te anche il marito, già quasi al limite estremo della vita temporale: e in lui che ormai era credente non rimpianse ciò che aveva tollerato nel miscredente. Era poi la serva dei tuoi servi. Chi di loro l'aveva conosciuta, in lei rendeva lode e onore e amore a te, sentendo nel suo cuore la tua presenza, testimoniata dai frutti di una vita consacrata a te. Era stata la moglie d'un solo uomo, aveva reso ai genitori il bene ricevuto, aveva retto con devozione la sua casa, a testimonio aveva le sue buone opere. Aveva allevato dei figli, partorendoli di nuovo ogni volta che li vedeva allontanarsi da te. Infine di tutti noi, Signore, che possiamo per tuo gratuito favore dirci servi tuoi, e ricevuta la grazia del tuo battesimo vivevamo già in una nostra comunità, al tempo in cui ancora lei non s'era addormentata in te, di tutti noi si prese cura quasi fossimo tutti figli suoi, e quasi fosse figlia di noi tutti ci servì.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 22

 

Riposi dunque in pace con l'uomo di cui fu sposa, il solo di cui lo fu, e che servì portandoti il suo frutto con pazienza, per guadagnare anche lui a te. E tu ispira, mio Signore e Dio mio, ispira tu i tuoi servi e miei fratelli, i tuoi figli e padroni miei, che io servo col cuore e la voce e la penna: e ogni volta che leggeranno queste pagine si ricorderanno davanti al tuo altare di Monica, tua ancella, con Patrizio che fu un tempo suo sposo. Attraverso la loro carne mi hai fatto entrare in questa vita - come, non so. Con devozione si ricorderanno di loro: genitori miei in questa luce provvisoria, e miei fratelli in te che ci sei Padre e nella madre cattolica, e miei concittadini nella Gerusalemme eterna, a cui sospira il tuo popolo lungo tutto il suo cammino dall'inizio al ritorno. Così sia meglio appagato in virtù di queste confessioni il suo estremo desiderio: lo sia nella preghiera di molti, piuttosto che nella mia soltanto.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 37