Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Maestro ungherese

PITTORI: Maestro ungherese

Agostino dona la regola alle monache

Agostino dona la regola alle monache

 

 

MAESTRO UNGHERESE

1770

Budapest, chiesa di santo Stefano Primo Martire

 

Agostino dona la regola alle monache

 

 

 

Una faccia del parapetto dell'ambone barocco presente a metà chiesa, ha per immagine la consegna della regola agostiniana ad una monaca. E' Agostino stesso, vestito dei suoi paramenti episcopali con nella mano sinistra un alto bastone pastorale, a consegnare con la mano destra la regola a una suora inginocchiata ai suoi piedi. Dietro Agostino si nota una coreografica struttura a portale, che sembra l'ingresso di una chiesa. Alle spalle della monaca si apre un paesaggio semplice con rari alberi e sullo sfondo una grande casa, forse a rappresentare un monastero.

L'episodio della consegna della regola ai religiosi agostiniani è un tema diffuso nella iconografia agostiniana già a partire dai codici miniati del XIII secolo e fa seguito alla istituzione dell'Ordine agostiniano nel 1256. La consegna ha un valore altamente simbolico in quanto vuole esprimere la diretta dipendenza degli agostiniani da Agostino. L'Ordine agostiniano sarebbe, secondo questa concezione, il naturale prolungamento dell'esperienza monastica inaugurata da Agostino in Africa.

Le monache Agostiniane, oltre a seguire la Regola, sono tenute all'osservanza delle costituzioni del ramo maschile dell'ordine, debitamente adattate alle esigenze femminili: nel 1971 le costituzioni delle monache sono state riformate alla luce dei dettami del Concilio Vaticano II. Le Agostiniane indossano una veste nera (o bianca, soprattutto per le attività quotidiane) stretto in vita da una cintura sempre nera (requisito essenziale del loro abito). Oltre che alla preghiera contemplativa, le monache di alcuni conventi svolgono anche apostolato diretto dedicandosi all'istruzione femminile o alla cura degli orfani.

In epoca successiva a quella maschile la Regola di Agostino fu adattata al femminile e unita alla Lettera 211 che già conteneva indicazioni per le monache di Ippona.

 

 

Nel medioevo, la chiesa e il monastero dell'Ordine Agostiniano sorgevano vicino all'estremità di Buda vicino al Ponte Margherita, completamente distrutto in epoca turca. Dopo la liberazione di Buda, l'ordine agostiniano ritornò in questo luogo e nel 1707 fu costruita una cappella sul luogo dell'odierna chiesa in onore del primo martire di Santo Stefano. La cappella si rivelò presto piccola e nel 1753 iniziò la costruzione della chiesa odierna. Il progetto è di Máté Nepauer, un architetto di Buda. La chiesa fu completata solo nel 1770, quando fu consacrata da Károly Zbiskó in onore del Vescovo bosniaco di Bosnia, Santo Stefano Primo Martire e Santo Stefano Primo Re Ungherese.

Nel 1785 l'imperatore austriaco Giuseppe affidò la chiesa all'ordine francescano. La chiesa sorge accanto al monastero e sulla facciata sopra l'ingresso principale si innalzano due campanili simmetrici. Tra questi troviamo statue della Vergine Maria, Santa Monica e San Nicola da Tolentino. L'interno della chiesa è in stile barocco: l'altare maggiore fu realizzato da János Henrik Jager, un maestro intagliatore di Buda, mentre le sue sculture sono state realizzate da Károly Bebo. La pala dell'altare maggiore raffigura il protomartire Stefano ed è stata dipinta da Lajos Márton. Nelle tre cappelle laterali troviamo le statue di S. Agostino, S. Guglielmo, della Vergine Maria della Consolazione e San Bonaventura. Le vetrate, disegnate intorno al 1970, sono state progettate da Hajnalka Kontulyné Fuchs e raccontano in otto scene storie della vita di San Francesco. Sul parapetto dell'ambone barocco per la predica ci sono tre rilievi, la cui presenza ricorda l'originario l'insediamento agostiniano: nel primo vediamo S. Agostino che dà la regola alle monache, nel secondo Agostino scrive le Confessioni e nel terzo Agostino incontra un bambino in riva al mare.