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PITTORI: Cibei Giovanni Antonio

Sant'Agostino vescovo

Sant'Agostino vescovo

 

 

CIBEI GIOVANNI ANTONIO

1750-1760

Sarzana, Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta

 

Sant'Agostino vescovo

 

 

 

Questa statua di sant'Agostino si trova all'omonimo altare nella seconda cappella della navata di destra. Sullo stesso altare, al fianco del vescovo d'Ippona sono collocate altre due state dedicate a S. Giovanni Nepomuceno (santo boemo del secolo XIV) e a santa Caterina da Genova (1447-1510). Tutte le tre le statue realizzate nel Settecento sono di scuola toscana e sono state attribuite allo scultore Giovanni Antonio Cibei da Carrara.

In questa occasione il santo è stato raffigurato nel rispetto dei canoni proposti dalla iconografia classica che lo propone come vescovo. Il santo in effetti ha tutti gli attributi episcopali con la mitra in testa. Con la mano sinistra regge un libro che è sostenuto da un piccolo angioletto che sta ai suoi piedi. Il viso del santo è quello di una persona matura e dallo sguardo dolce e severo nello stesso tempo, con una foltissima barba che gli copre il mento.

Sulle pagine aperte del libro che gli sorregge l'angelo si legge BEATIOR ERGO MARIA PERCIPIENDO FIDEM CHRISTI QUAM PERCIPIENDO CARNEM CHRISTI.

Alle pareti laterali dell'altare sono collocate due tele sei-settecentesche di cui quella sulla parete di sinistra raffigura sant'Agostino con Santi Agostiniani.

Nella stessa basilica, sulla parete di fondo spicca, al centro di una ghirlanda marmorea di angeli festanti, Giovanni Antonio Cibei da Carrara ha realizzato una formella raffigurante l'Assunta, copia di quella marmorea ora ricollocata nella posizione originale nella pala di Leonardo Riccomanni di Pietrasanta, nella cappella del braccio destro del transetto, da cui era stata trasferita nel presbiterio nel secolo XVII.

 

 

Cibei Giovanni Antonio

Nasce a Carrara nel 1706, figlio di Carlo Andrea e di Maria Maddalena Carusi. Rimasto orfano di padre, fu allevato dalla famiglia della madre. Lo scultore Giovanni Baratta si accorse del suo talento e l'avviò alla professione di scultore. A quindici anni Cibei si recò a Roma dove lavorò con Agostino Cornacchini. Ritornato a Carrara verso il 1728, si mise a lavorare per lo zio Giovanni Baratta. Per almeno un decennio continuò a lavorare con lo zio. Nel 1739 Cibei decise di prendere gli ordini sacri e si fece sacerdote con l'aiuto dei Carusi e di Baratta. Fondò quindi un canonicato nella collegiata di S. Andrea a Carrara, di cui divenne canonico e primicerio. Alla morte di Baratta nel 1747 probabilmente ne ereditò la bottega. A partire dal 1750 cominciò a emergere come artista autonomo, interprete dei modi della scultura tardo barocca di derivazione fiorentina, con un crescente accento aulico, specie nei ritratti, consono con il classicismo in auge verso la metà del secolo.

Nel 1753 eseguì il mausoleo del Cardinale Giulio Alberoni, ornato con l'effigie del defunto ed altre statue in marmo, situato nella prima cappella a sinistra di S. Lazzaro presso il collegio Alberoni a Piacenza. Nel 1768 realizzò il mausoleo di Francesco Algarotti, che si trova nel braccio occidentale del camposanto pisano. Nel 1769 la duchessa Maria Teresa nominò l'artista primo direttore della nuova Accademia di belle arti di Carrara "Per la di lui più cognita abilità nella scultura". Risale al 1774 l'opera più importante dell'artista e cioè la statua equestre di Francesco III, che fu collocata in piazza S. Agostino a Modena alla presenza del duca e di tutta la sua corte. Il monumento gli valse il titolo di conte. La sua produzione fu vastissima con opere disseminate in tutta Europa e in molte chiese, fra cui a Sarzana, nel duomo, il gruppo in marmo raffigurante sant'Agostino con l'angelo, collocato nella nicchia dell'altare della cappella Caraffa. Cibei morì a Carrara nel 1784 e fu sepolto nella Compagnia Grande presso la collegiata di S. Andrea.