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PITTORI: Maestro di Geraci

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MAESTRO DI GERACI

1700-1750

Geraci Siculo, chiesa di Santa Maria della Porta

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

L'affresco è conservato nella chiesa di Santa Maria della Porta a Geraci Siculo. Precisamente è collocato sul terzo altare di sinistra. Il dipinto è stato realizzato nel Settecento da un ignoto pittore affreschista. L'opera si presenta di buona fattura e raffigura sant'Agostino Vescovo e Dottore della Chiesa in cattedra. L'affresco, di notevoli dimensioni  (cm 240 di larghezza x cm 340 di altezza) a causa delle eccessive infiltrazioni di acqua piovana dalla copertura si era "spanciata". Lo strato di tonachino si era staccato dall'arriccio, il secondo dei tre strati della tecnica a fresco, e quest'ultimo addirittura dalla muratura. Nella sezione più aggettante il distacco era di circa 20 cm. Nel lavoro di restauro tutto l'affresco è stato staccato, si è quindi proceduto alla rimozione dell'intonaco dalla muratura, alla sigillatura delle pietre e alla realizzazione del nuovo strato di intonaco. Il retro dell'affresco è stato pulito, rimosso tutto il tonachino degradato, e mantenuto solo uno strato per uno spessore circa di un centimetro e consolidato.

La scena dipinta mostra sant'Agostino in trono con tutti i suoi attributi episcopali. In testa porta la mitra, mentre alle sue spalle è deposto il bastone pastorale. Il suo volto esprime il segno dei tempi e la sua vecchiaia. Una folta barba bianca gli scende dal mento fino al petto. la mano destra è alzata, quasi a benedire il fedele che lo osserva. Una scalinata a quattro gradini ricoperti da una stoffa a vari colori separa il piano inferiore da quello del trono di Agostino. Due angioletti sono seduti ai suoi piedi e tengono alzato un libro di cui indicano la lettura di alcuni brani di una pagina.

 

 

La chiesa prende il nome di S. Maria La Porta perché collocata in corrispondenza di una delle porte che chiudevano Geraci al tempo dei Ventimiglia. Quando il presidio difensivo della porta venne dismesso, nel 1496, come si deduce dalla data scolpita sul portale, venne costruita la chiesa. Ha un impianto a croce latina, con una sola navata. Vi si accede tramite un pregevole portale in marmo bianco, definito da due snelle semicolonne con motivi vegetali che reggono un fregio decorato da teste di cherubini. Sul fregio poggia una grande lunetta con la Madonna e il Bambino, affiancata da angeli e conclusa alla sommità da una croce. Due pilastri si accostano dal lato interno alle colonne e reggono a loro volta un architrave con la figura scolpita di Dio Padre tra l'arcangelo Gabriele e l'Annunziata. Alla base dei piedritti si scorgono i rilievi con Adamo ed Eva, mentre sul loro fianco vi sono due mensole con putti che reggono lo stemma dell'Universitas di Geraci (sul lato destro) e quello dei Ventimiglia (sul lato sinistro). Una iscrizione sul margine superiore della lunetta e sull'architrave riporta i nomi dei committenti e la data: Hoc op(us) fieri feceru(nt) (co)nfratres S(anctae) M(ariae) P(ortae) Nicolaus Languilla (…) et Valem de lumia. Cappellanus presbiter Antonius de Paladino. 1496. L'opera esprime pienamente gli schemi rinascimentali e presenta delle affinità con il portale laterale della chiesa Madre di Mistretta del 1494, attribuito ad Andrea Mancino e Antonio Vanella. Il soffitto interno è affrescato con quattro scene bibliche dell'antico testamento. Lungo la sua esistenza l'edificio ha subito diversi cambiamenti prima di arrivare allo stato attuale. Al centro dell'altare maggiore si trova un Polittico in marmo dipinto. Rappresenta al vertice Dio Padre; sotto al centro la natività, ai lati l'annunciazione; nella parte sottostante al centro la presentazione di Gesù al tempio. Nella predella sono riprodotti gli Apostoli, con alle estremità San Bartolomeo e San Giacomo, i santi più venerati a Geraci nella qualità di patrono e protettore della città; accanto a questi ultimi sono raffigurati i committenti dell'opera, individuabili grazie all'iscrizione nel marchese Simone I Ventimiglia e nella consorte Isabella Moncada. L'opera può essere datata tra il 1501, anno in cui Simone venne investito del marchesato e il 1516, quando divenne viceré di Sicilia. Sulla parete frontale si trova la statua marmorea della Madonna della Porta con il Bambino, anch'essa attribuita a Domenico Gagini, il capostipite della famosa famiglia di scultori originari di Bissone, sul lago di Lugano, che aveva aperto una florida bottega a Palermo. Sempre sulla stessa parete si trova una cappella che racchiude un affresco di autore ignoto che raffigura la Madonna in trono col Bambino. Nella Cappella accanto all'Altare Maggiore si trova la statua lignea del SS. Crocifisso. All'interno inoltre si conservano tele e affreschi di notevole importanza. Ogni anno, il 3 maggio, si celebra la festività in onore del SS. Crocifisso.