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PITTORI: Jan Jiri Heinsch

Agostino tra il sangue di Cristo e il latte della Vergine

Agostino tra il sangue di Cristo e il latte della Vergine

 

 

HEINSCH JAN JIRI

1700

Praga, Národní Galerie

 

Agostino tra il sangue di Cristo e il latte della Vergine

 

 

 

Jan Jiri Heinsch (1647-1712) è l'autore di questo quadro delle dimensioni di 151 cm x 173 oggi conservato a Praga nella Galleria Nazionale.

Questo pittore ceco-tedesco, rappresentante della corrente classicista della pittura barocca, raffigura Agostino in una delle leggende tardo medioevali ben conosciute, che vede il santo incerto fra Cristo e la Vergine. Agostino è inginocchiato davanti al Crocefisso mentre alle sue spalle la Vergine con il Bambino in grembo lo cerca con lo sguardo. il santo ha le braccia aperte ed ha deposto i simboli della sua dignità episcopale. Il bastone giace ai piedi della croce, mentre la mitra è fra le mani di un angioletto. Il tema del suo lavoro ha un carattere religioso poichè i suoi committenti appartenevano all'Ordine agostiniano.

L'episodio è relativo a una leggenda che nasce probabilmente in Italia. Diversi pittori si sono ispirati a essa che trae spunto da passi delle sue meditazioni: il santo è presentato innanzi al Cristo crocefisso ed alla Vergine, mentre, pregando, si domanda: "Hinc a vulnere pascor", e, volgendosi verso Maria, soggiunge: "Hinc lactor ab Ubere", concludendo: "Positus in medio quod me vertere nescio, Dicam ergo Jesu Maria miserere". Sembra che l'episodio prenda spunto da un passo della S. Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S. R. E. doctoris vita di Cornelius Lancelotz (1574-1622) O.S.A. edito ad Anversa nel 1616.

Lancillottus scrive, riportando parole apocrife di Agostino: "Positus in medio quo me vertam nescio. Hinc pascor a vulnere, hinc lactor ab ubere." La medesima scritta fu riportata da Francesco Francia e poi da Kartarius, un incisore nativo di Viterbo, che lavorò a Roma fra il 1560 e il 1570, nella sua stampa della Vita di Agostino edita nel 1570.

La prima immagine di Maria "Galactotrephousa" (così era chiamata in Oriente, mentre in Occidente veniva appellata come "Maria Lactans") è di origine copta e si trova in una cella monastica di Banit in Egitto e in una caverna eremitica del Monte Latmos in Asia minore (entrambi del sec. VI - VII) nonché a Roma in un frammento di scultura del secolo VI rinvenuto nel Cimitero di San Sebastiano. L'immagine paleocristiana della Virgo lactans, che nella rappresentazione del gesto materno per eccellenza evidenziava l'incarnazione del Cristo in una creatura terrena, fu recuperata nel secolo XII e incontrò enorme successo a partire dal XIII secolo, in coincidenza con la diffusione, promossa dai crociati, delle icone della Galactotrephousa che stimolò una fiorente produzione d'immagini devozionali sia nella pittura che nella scultura.

 

 

Jan Jiří Heinsch

Johann Georg nasce nel 1647 nella regione slesiana di Kłodzko, che apparteneva alle terre della corona ceca. Suo padre era il cancelliere reale Joachim Frantz Heinsch. Poco si sa della sua adolescenza e delle sue attività. Sappiamo che nel 1678 si trasferì a Praga, dove si unì anche alla gilda dei pittori cittadini. A Praga ha studiato pittura con Karel Škréta il precursore della pittura barocca ceca, influenzato dal Rinascimento italiano, in particolare da Tiziano e Paolo Veronese. La maggior parte delle sue opere furono commissionate da Gesuiti, Agostiniani e Crociati. I gesuiti Bohuslav Balbín e Matěj Tanner ebbero una forte influenza tematica e spirituale nella realizzazione delle sue opere. Dopo la morte della sua prima moglie nel 1702, Heinsch entrò nel monastero agostiniano scalzo di Bělá pod Bedězem, ma lo lasciò prima della fine del noviziato. In seguito dipinse diversi quadri per questo monastero. Nel 1704 si sposò per la seconda volta e si stabilì a Nové Město di fronte alla chiesa di Nostra Signora delle Nevi. Nel 1710 ideò un disegno grafico per un gruppo scultoreo sul Ponte Carlo a Praga, che Ferdinand Maxmilián Brokoff realizzò in scultura. Heinsch morì nel 1712 a Praga.