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PITTORI: Franz Joseph Hermann

Agostino vescovo e cardioforo

Agostino vescovo e cardioforo

 

 

FRANZ JOSEPH HERMANN

1771-1772

Wiggensbach, chiesa parrocchiale di San Pancrazio

 

 

Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

Franz Joseph Hermann nasce a Kempten nel 1739. Esegue numerosi lavori per le committenze religiose nelle varie chiese bavaresi. Lavora anche nella chiesa parrocchiale di Wiggensbach in Baviera dove realizza molteplici affreschi barocchi che narrano alcune vicende bibliche oltre alla rappresentazione di personaggi della Chiesa, tra cui il sant'Agostino qui riportato. Muore nel 1806.

Nell'affresco di Wiggensbach il pittore ci presenta una immagine di Agostino che riprende la tradizionale iconografia del santo senza particolari novità interpretative. Agostino è raffigurato con gli abiti vescovili e tiene in mano un cuore fiammante, simbolo questo assai caro allo spirito e alla sensibilità barocca. Dietro il santo si nota un angioletto con in mano un fiore che partecipa al trasporto spirituale di Agostino che volge lo sguardo verso il cielo. Il viso del santo è coperto da una folta barba bianca poiché l'autore ha optato per una sua raffigurazione da vegliardo.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3