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PITTORI: Maggi Pietro

Agostino scrive sul cuore di S. Maria Maddalena de' Pazzi

Agostino scrive sul cuore di S. Maria Maddalena de' Pazzi

 

 

PIETRO MAGGI

1700-1720

Pavia, chiesa S. Maria del Carmine

 

Agostino scrive sul cuore di S. Maria Maddalena de' Pazzi

 

 

 

Il dipinto, di notevoli dimensioni, misura infatti m 3,10x2,24 risale ai primi decenni del Settecento. L'autore Pietro Maggi è un esponente della scuola lombarda tra la fine del Seicento e i primi decenni del Settecento. La tavola + stata realizzata con la tecnica ad olio su tela e raffigura un soggetto iconografico del tutto particolare nella iconografia agostiniana. Agostino, vestito da vescovo, ma con la tunica nera dei monaci agostiniani, sta scrivendo con una penna sul cuore di santa Maddalena de' Pazzi. L'estasi della santa è esaltata dalla iscrizione sacra che si legge sul suo cuore: VERBUM CARO FACTUM EST.

Maddalena de' Pazzi fu una suora carmelitana italiana, nata a Firenze nel 1566 e morta nel 1607. Fu beatificata da Urbano VII nel 1626 e canonizzata da Clemente IX nel 1699. E' patrona di Firenze e la sua festa si celebra il 29 maggio. La sua missione ricorda per molti versi quella di santa Caterina: grande fu il suo amore per Cristo e la Chiesa, che si nutriva del profondo insegnamento teologico della Bibbia, di sant'Agostino e di santa Caterina. Suoi pilastri furono il mistero della incarnazione e le opere dello Spirito Santo.

Maria Maddalena de' Pazzi nasce nel 1566 e appartiene alla casata de' Pazzi, potenti (e violenti) per generazioni a Firenze, e ancora autorevoli alla sua epoca. Battezzata con il nome di Caterina, a 16 anni entra nel monastero carmelitano di Santa Maria degli Angeli in Firenze e come novizia prende il nome di Maria Maddalena. Nel maggio 1584 soffre di una misteriosa malattia che le impedisce di stare coricata. Al momento di pronunciare i voti, devono portarla davanti all'altare nel suo letto. Da questo momento vivrà diverse estasi, che si succederanno per molti anni. Le descrivono cinque volumi di manoscritti, opera di consorelle che registravano gesti e parole sue in quelle ore. Più tardi le voci dall'alto le chiedono di promuovere la «rinnovazione della Chiesa» (iniziata dal Concilio di Trento con i suoi decreti), esortando e ammonendo le sue gerarchie. Scrive così a papa Sisto V, ai cardinali della curia; e tre lettere manda ad Alessandro de' Medici, arcivescovo di Firenze, predicendogli il suo breve pontificato. La mistica morirà nel 1607 dopo lunghe malattie.

A eccezione di tre lettere, Maddalena non scrisse nulla di proprio pugno. Ma perché i suoi confessori volevano determinare se l'origine di questi fenomeni era divina o no, non volendo le suore "lassar perdere nessuna" delle sue parole, fu costretta a conferire tutto quello che le accadeva ai superiori, tramite le monache, che scrivevano quello che lei diceva, fuori dell'estasi o durante le stesse esperienze mistiche. In tal modo furono raccolte sotto sua dettatura le relazioni delle sue esperienze mistiche che confluirono in quattro grossi volumi di manoscritti originali, le cosiddette "sue" opere, perché conservano le autentiche parole dei suoi discorsi, poiché lei stessa li riveduti, ridefiniti e corretti. Sono questi: (I) I Quaranta Giorni; (II) I Colloqui; (III) Revelatione e Intelligentie (o I otto giorni dello Spirito Santo); (IV) La Probatione - Renovatione della Chiesa.

L'8 giugno 1584 sperimentò visibilmente il dramma della Passione di Gesù e il 10 giugno ricevette in dono da Lui il suo cuore: a sua volta santa Maddalena Gli donò il proprio. Un giorno andò a rendere omaggio al corpo della Beata Maria Bagnesi, che era custodito nel monastero di S. Maria degli Angeli e improvvisamente guarì dalle sue malattie. Sotto la direzione di Suor Vangelista del Giocondo, maestra delle novizie, riprese la sua formazione dedicandosi allo studio della Scrittura, dei Padri della Chiesa (soprattutto sant'Agostino), e gli scritti dei Santi. Il 28 giugno ricevette per la prima volta le stigmate; chiese. Il 6 luglio ricevette la Corona di Spine, alla presenza di S. Caterina da Siena e di sant'Agostino e per tutta la vita porterà questo misterioso dolore in testa. La sera del 24 marzo, S. Agostino le scrisse nel cuore le parole: "Verbum caro factum est"; il 15 aprile ricevette le stigmate invisibili che le rimasero per tutta la vita, sant'Agostino scrisse nel suo cuore " Sanguis unionis ". E' appunto a questi episodi che il pittore si riferisce nella tessitura e composizione della sua tela. La Domenica in Albis del 28 aprile, sant'Agostino le scrisse infine nel cuore " Puritas coniunxit Verbum ad Mariam et Sponsum ad sponsam " e Gesù le donò l'anello delle nozze mistiche: tutti segni di un'unione perfetta con Cristo.

 

 

Pietro Maggi

Allievo di Filippo Abbiati, con cui egli avrebbe collaborato alla decorazione della cupola della basilica di S. Nazaro Maggiore a Milano, Pietro Maggi nasce a Milano verso il 1660. In realtà poco sappiamo sia della nascita che della morte. In ogni caso nel 1682 il suo nominativo è già presente nell'elenco dei pittori della seconda Accademia Ambrosiana. Tra il 1701 e il 1704 lavorò a tre quadroni, che raffiguravano la Predica di san Marco ad Alessandria d'Egitto, la Visione di san Marco imprigionato e il Martirio del santo, per la chiesa di san Marco a Novara. Si presume che sia morto prima del 1738 e le sue ultime opere conosciute sono due affreschi realizzati nella basilica di Sant'Ambrogio risalgono al periodo 1737-1638. Dipinse numerose opere con soggetti sacri, che si trovano anche nel duomo di Milano e in quello di Monza.