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PITTORI: Domenico Carella

Agostino protegge la città di Martina Franca

Agostino protegge Martina Franca

 

 

DOMENICO CARELLA

1777

Martina Franca, chiesa S. Agostino

 

Agostino protegge la città di Martina Franca

 

 

 

 

L'immagine riprodotta è una pala d'altare settecentesca conservata nella chiesa di S. Agostino a Martina Franca nella pugliese Valle dell'Itria. La pala è opera di Domenico Carella che la realizzò nel 1777. Agostino indossa i vestiti vescovili, ha in testa una mitra e nella mano sinistra impugna il bastone pastorale. Il movimento del corpo accentuato dallo scorrere degli abiti dona all'immagine una dinamicità considerevole.

Il viso del santo è abbastanza giovanile, con una folta barba nera. Il suo sguardo è indirizzato verso il basso verso la città di Martina Franca, che appare sulla sinistra, sotto l'ammasso di nuvole su cui siede Agostino. Con l'ampio gesto della mano destra sembra voler benedire e proteggere la città sottostante. Il santo venne invocato dagli abitanti come protettore della città e questo atteggiamento confidente conosce ancora oggi una profonda devozione.

 

Il viso del santo è abbastanza giovanile, con una folta barba nera. Il suo sguardo è indirizzato verso il basso verso la città di Martina Franca, che appare sulla sinistra, sotto l'ammasso di nuvole su cui siede Agostino. Con l'ampio gesto della mano destra sembra voler benedire e proteggere la città sottostante. Il santo venne invocato dagli abitanti come protettore della città e questo atteggiamento confidente conosce ancora oggi una profonda devozione.

 

La cittadina pugliese di Martina Franca nella Valle d'Itria fu sede di un insediamento agostiniano e a tutt'oggi esiste ancora la chiesa dedicata a S. Agostino. Nel 1999 vi è stato fondato il Centro Studi Agostiniani della Valle d'Itria che si propone la finalità di studiare e diffondere il pensiero agostiniano. Diverse sono le immagini conservate a Martina Franca nella chiesa locale di S. Agostino, che risalgono principalmente al Seicento e al Settecento. Pur non di straordinaria fattura, si tratta pur sempre di opere pregevoli nell'ambito iconografico agostiniano che testimoniano l'evolversi della spiritualità nelle comunità agostiniane.

Le tradizioni locali attribuiscono le origini di Martina Franca al secolo X, quando sul Monte di San Martino sorse un piccolo villaggio di profughi tarantini, che erano sfuggiti alle continue devastazioni saracene. La fondazione giuridica del borgo risale al Trecento quando il villaggio fu ampliato da Filippo d'Angiò, Principe di Taranto, che, per favorire lo sviluppo, concesse agli abitanti dei privilegi e franchigie. Questo aspetto economico diede origine al nome della città, denominata "Franca" proprio per il privilegio concesso ai suoi abitanti e "Martina" in onore di San Martino, patrono della Cavalleria Francese.

 

 

 

Domenico Antonio Carella

Nasce a Francavilla Fontana nell'anno 1721 da Giuseppe Carella e Laura Agrusta. Artisticamente si forma nelle botteghe di Francesco Solimena e Pompeo Batoni e successivamente si accostò agli stili pittorici di Corrado Giaquinto e Luca Giordano. Nel 1746 si sposò con Maria Dell'Abbate nella sua città natale. Tra i suoi figli Francesco e Gabriele Settimio proseguirono la sua attività e furono discreti pittori. Carella lavorò principalmente a Martina Franca nella seconda metà del Settecento, realizzando gli affreschi del Palazzo Ducale del duca Francesco III Caracciolo, e le tre sale dell'Arcadia, del Mito e della Bibbia, dove ebbe come collaboratore il figlio Francesco. La sua fama ne fece uno gli artisti più stimati e prolifici della Puglia settecentesca, ampliando la sua attività a quella che fu un tempo la provincia di Terra d'Otranto, in particolar modo nelle odierne province di Brindisi e Taranto. Domenico Antonio Carella è certamente il più noto rappresentante di una vera e propria dinastia di pittori, che fu attiva anche ad Ottocento inoltrato. Morì a Martina Franca nel 1813.