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PITTORI: Nicola Monti

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NICOLA ANTONIO MONTI

1780-1790

Castel di Lama, Chiesa Santuario Madonna degli Angeli di Villa Chiarini

 

Madonna della cintura con santa Monica e sant'Agostino

 

 

 

All'interno della chiesa sono posizionati due grandi quadri ad olio su tela realizzati dal pittore ascolano Nicola Antonio Monti (1736-1795) in stile neoclassico romano. Entrando da sinistra si può ammirare la scena in cui la Vergine con in braccio il Bambino offre la cintura a santa Monica vestita come una suora agostiniana. Agostino è raffigurato a sinistra mentre è intento a scrivere con una penna d'oca su un grande libro aperto che regge con la mano sinistra. Il volto di entrambi i santi è volge lo sguardo verso la Vergine che è assisa su un trono di nuvole, circondata da un nugolo di angioletti che osservano la scena.

Agostino indossa i paramenti episcopali, ma non ha in testa la mitra, né si intravede la presenza del suo bastone pastorale. Sotto il piviale è ben evidente tuttavia il saio nero dei monaci agostiniani. Questo particolare sottolinea il desiderio dei monaci agostiniani di ricondurre l'istituzione dell'ordine direttamente alla figura di Agostino, dato che ne aveva scritto la regola.

Entrando sulla destra si nota altresì un'altra Madonna che mostra il bambino a Santa Lucia, San Gaetano da Thiene e Santa Apollonia.

 

La chiesa ha origini tardo seicentesche e si trova nella frazione di Villa Chiarini nel Comune di Castel di Lama. La dedicazione deriva dalla presenza di angeli che sono stati realizzati in stucco e che fanno da corona alla Madonna col Bambino affrescata nell'abside.

La chiesa fu costruita fra il 1693 e il 1695 sui resti di una più antica chiesa rurale. La facciata si presenta in stile romanico con paramento di mattoni in cotto con portico a tre archi frontali e uno laterale. Nella facciata si apre un'ampia vetrata dove è stata raffigurata in forme stilizzate la Madonna con il Bambino. Dietro l'altare, realizzato in stile barocco, si conserva l'affresco che dipinge la Madonna con il Bambino in braccio incorniciato da uno stucco di forma ovale con angeli tutto intorno. La decorazione viene attribuita a Giuseppe Giosaffatti.

Tutte le pareti interne presentano una decorazione a motivi geometrici e floreali, che venne eseguita nel 1950 dal decoratore ascolano Pasqualino Loggi.

 

 

Monti Nicola Antonio

Nacque ad Ascoli nel 1736 da Giuseppe e Maria Giovanna. Apprese i primi rudimenti presso la bottega del pittore ascolano Biagio Miniera che, attorno alla metà del Settecento, era il pittore più affermato in città. Nicola Antonio Monti è certamente il più importante pittore ascolano del Settecento e uno dei più qualificati artisti nella storia marchigiana. Nel 1755, dopo la morte del maestro, Monti si trasferì a Roma presso Pompeo Batoni che lo indirizzò verso lo studio delle opere di Raffaello e dei pittori emiliani del Seicento.

A Roma si aggiudicò il primo premio nella terza classe di pittura, riservata agli artisti più giovani, del concorso Clementino indetto dall'Accademia nazionale di S. Luca. L'abilità che mostrava nell'assimilazione degli stilemi di Raffaello, valsero a Monti due importanti commissioni: una pala per la chiesa romana di S. Maria in Monterone e una copia della Pala Ansidei di Raffaello commissionatagli da Gavin Hamilton intorno al 1764. La sua presenza a Roma è attestata con certezza dal 1757, anno in cui è censito negli Stati d'anima della parrocchia di S. Lorenzo in Lucina. Nonostante questi successi, Monti dopo circa cinque anni ritornò ad Ascoli, dove si sposò nel 1772 con Porzia Roccatani, di 17 anni più giovane, che gli diede 13 figli. Gli anni dal 1780 al 1790 sancirono la consacrazione artistica del pittore, che ricevette importanti commissioni ad Ascoli e in numerose città delle Marche e dell'Abruzzo, raggiungendo la piena maturità artistica e dimostrando di essere un valente pittore e ritrattista. Numerosissime testimonianze del suo lavoro sono presenti non solo ad Ascoli e nella sua provincia, ma anche nel resto delle Marche, nel vicino Abruzzo e in Umbria, luoghi in cui introdusse lo stile che aveva appreso durante gli anni giovanili trascorsi a Roma.

Fu a capo di una numerosa bottega, i cui allievi, però, non raggiunsero mai la fama del maestro. Morì ad Ascoli sul finire del 1795, poche settimane dopo la nascita del suo ultimo figlio.