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PITTORI: Paolo Posi

Vergine in gloria con i santi Giovanni evangelista, Agostino, Giovanni Crisostomo e Gregorio Magno

Vergine in gloria con i santi Giovanni evangelista, Agostino, Giovanni Crisostomo e Gregorio Magno

 

 

POSI PAOLO

1769

Roma, Basilica dei santi Ambrogio e Carlo al Corso

 

Vergine in gloria con i santi Giovanni evangelista, Agostino, Giovanni Crisostomo e Gregorio Magno

 

 

 

La pala è collocata nel transetto destro sull'altare della Cappella dedicata alla Immacolata Concezione. L'altare fu realizzato nel 1769 dall'architetto Paolo Posi (1708-1776) su commissione del cardinale Erasmo Parravicini. Il suo stemma, un cigno, compare sugli scudi bronzei della mensa. La struttura dell'altare è caratterizzata da marmi policromi ed elementi decorativi in bronzo dorato. La pala è una copia in mosaico di quella che Carlo Maratta realizzò nel 1689 per la cappella Cybo nella Basilica di Santa Maria del Popolo a Roma. Essa ha sostituito un'altra pala del Pordenone donata dal cardinale Scaglia e venduta all'Arciconfraternita dei Lombardi nel 1801. Ai lati trovano posto le due state di Davide (di André Jean Lebrun, 1769) e Giuditta (di Pietro Pacilli, 1769), che si identificano con la Concezione in quanto rappresentano rispettivamente l'antenato di Maria e la prefigurazione della Madonna.

La raffigurazione presenta le discussioni teologiche relative al dogma della Immacolata Concezione della Vergine Maria. Agostino è dipinto in basso a sinistra: ha deposto il bastone pastorale e la mitra, indossa un abito da vescovo, ma sotto porta il saio nero degli eremitani. E' intento a scrivere, ma i suoi occhi guardano in cielo: sembrerebbe che ciò che sta scrivendo sia frutto di una dettatura.

Nel 1471 papa Sisto IV approvò la costituzione della Confraternita dei Lombardi, che a quell'epoca erano molto numerosi a Roma. Assegnò loro come sede la chiesa di San Nicola de Toffo in Campo Marzio. Questa antica chiesa, già menzionata in documenti papali del X secolo, fu ridedicata a sant'Ambrogio, cui fu aggiunto il titolo di san Carlo dopo la canonizzazione del Borromeo nel 1610. La chiesa divenne la sede dalla Confraternita (diventata poi Arciconfraternita dei Santi Ambrogio e Carlo della Nazione Lombarda) fino alla costruzione della moderna chiesa, eretta sul medesimo posto di quella precedente, che era stata demolita. Al suo interno dietro l'altare maggiore è conservato come reliquia il cuore di san Carlo Borromeo.

Benefattore della nuova costruzione fu il cardinale Omodei, che donò alla Confraternita oltre a 70.000 scudi. Con la demolizione della chiesa furono distrutti gli affreschi di Perin del Vaga e di Taddeo Zuccari. Il nuovo edificio fu architettato da Onorio e Martino Longhi, padre e figlio. La cupola, la tribuna e l'altare sono opera di Pietro da Cortona: la facciata fu fatta con i disegni del prete Gian Battista Menicucci e del frate cappuccino Mario da Cannepina. L'interno è diviso in tre navate da pilastri: il quadro dell'altare maggiore è l'opera principale di Carlo Maratta. Fra le molte memorie sepolcrali va menzionata quella di Alessandro Verri, autore delle Notti Romane, morto nel 1816.

 

 

Paolo Posi

Nacque a Siena nel 1708 e si specializzò in gioventù nell'allestimento di feste. Posi per tutta la sua carriera preferì un gusto scenografico colorato di impronta barocca, anche quando il neoclassicismo divenne lo stile dominante. Architetto della famiglia Colonna dal 1751, produsse festosi apparati pirotecnici per le feste della nobile casata romana. Le sue opere più importanti sono le ristrutturazioni del Duomo di Napoli e di Santa Maria dell'Anima a Roma oltre al monumento a Maria Flaminia Chigi-Odescalchi nella basilica di Santa Maria del Popolo. Paolo Posi fu maestro di Giacomo Quarenghi. Morì a Roma nel 1776.