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PITTORI: Ignác Viktorin Raab

Battesimo di Agostino

Battesimo di Agostino

 

 

IGNAC VIKTORIN RAAB

1760

Fulnek, chiesa della Santissima Trinità

 

Battesimo di Agostino

 

 

 

Questa pala si trova sull'altare laterale anteriore sinistro della chiesa della Santissima Trinità a Fulnek. Il quadro rappresenta il battesimo di Agostino. Sullo stesso altare il dipinto superiore mostra Nostra Signora del Monte Carmelo. A sinistra del quadro c'è una statua di santa Giuliana di Liegi, mentre a destra una statua raffigura santa Monica. Il pittore ha raffigurato il vescovo Ambrogio mentre battezza Agostino con l'acqua. Il santo ha la testa reclinata e indossa una tunica bianca. Dietro il vescovo un chierico tiene aperto un grande libro. Intorno vediamo vari personaggi che assistono alla celebrazione del sacramento, mentre un nugolo di angeli volteggia in alto in mezzo a nuvole.

Milano fu la tappa decisiva della conversione di Agostino. Qui ebbe l'opportunità di ascoltare i sermoni di Ambrogio che teneva regolarmente in cattedrale, ma se le sue parole si scolpivano nel cuore di Agostino, fu la frequentazione con un anziano sacerdote, san Simpliciano, che aveva preparato Ambrogio all'episcopato, a dargli l'ispirazione giusta; il quale con fine intuito lo indirizzò a leggere i neoplatonici, perché i loro scritti suggerivano "in tutti i modi l'idea di Dio e del suo Verbo". Un successivo incontro con sant'Ambrogio, procuratogli dalla madre, segnò un altro passo verso il battesimo; fu convinto da Monica a seguire il consiglio dell'apostolo Paolo, sulla castità perfetta, che lo convinse pure a lasciare la moglie, la quale secondo la legge romana, essendo di classe inferiore, era praticamente una concubina, rimandandola in Africa e tenendo presso di sé il figlio Adeodato (ci riesce difficile ai nostri tempi comprendere questi atteggiamenti, così usuali per allora).

A casa di un amico Ponticiano gli aveva parlato della vita casta dei monaci e di sant'Antonio abate, dandogli anche il libro delle Lettere di san Paolo; ritornato a casa sua, Agostino disorientato si appartò nel giardino, dando sfogo ad un pianto angosciato e mentre piangeva, avvertì una voce che gli diceva "Tolle, lege, tolle, lege" (prendi e leggi), per cui aprì a caso il libro delle Lettere di san Paolo e lesse un brano: "Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri" (Rom. 13, 13-14).

Dopo qualche settimana ancora d'insegnamento di retorica, Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, l'attuale Cassago Brianza, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti.

Era venuta intanto la primavera; al principio della quaresima, Agostino ritornò dunque a Milano, con Alipio e Adeodato, per ottenere l'iscrizione tra i competentes, i catecumeni cioè ritenuti maturi che avrebbero ottenuto il battesimo per la Pasqua successiva. A Milano partecipò con il vescovo Ambrogio a una preparazione specifica al Battesimo, che Agostino seguì con il figlio Adeodato e l'amico Alipio. E nella notte del 25 aprile 387, giorno di Pasqua, egli otteneva il lavacro rigeneratore, per mezzo di Ambrogio. Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.

Si tratta di una leggenda tardiva che attribuisce ai due santi, uniti in questa circostanza solenne, la composizione del Te Deum, di cui ciascuno avrebbe cantato, improvvisandola, una strofa.

 

La chiesa della Santissima Trinità a Fulnek, è, dopo il castello, la struttura che domina la città. Dal punto di vista artistico è uno degli edifici barocchi più importanti di tutta la Moravia settentrionale, la cui costruzione risale alla metà del Settecento. L'edificio ha sostituito la vecchia chiesa parrocchiale le cui origini risalgono al Duecento. La costruzione del nuovo tempio è stato motivato dal culto crescente dell'immagine miracolosa di Nostra Signora del Soccorso, della quale si diceva lacrimasse e che avesse guarito molte persone che l'avevano pregata. L'architetto progettista della chiesa cattedrale in stile barocco è stato Mikuláš Thalherr e al suo interno le pareti sono state decorate da Josef Ignác Sadler. Questi splendidi affreschi ricchi di simbolismo, furono completati nel 1760, e i loro temi sono legati alla consacrazione della chiesa. Vi si conservano dipinti di Ignác Viktorin Raab e Felix Ivo Leicher. La chiesa sorge accanto al monastero dei Canonici Agostiniani che fu fondato nel 1389. Nicola di Rýzmburk, vescovo di Olomouc, permise alla chiesa di essere governata dai monaci e di diventare la chiesa capitolare. L'esercito svedese, giunto a Fulnek nell'estate del 1657, devastò la chiesa. Le cronache seicentesche parlano di altri grandi incendi: quello del 1676 ha coinvolto anche la città. Nel 1693 gli Agostiniani ripararono il chiesa a loro spese.

 

 

 

Ignác Viktorin Raab

Ignác Viktorin Raab nacque nel 1715 Nechanice vicino a Nový Bydžov, dodicesimo figlio nella sua famiglia. Nel 1744 all'età di 29 anni entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù. In tutte le comunità ove fu destinato lavorò principalmente come pittore. Il periodo più lungo della sua vita da religioso fu al Clementinum di Praga, dove visse dal 1758 al 1769 e di nuovo nel 1771. Quando nel 1773 la Congregazione dei Gesuiti fu abolita, Raab venne accettato dai monaci cistercensi di Velehrad.

È considerato come uno dei più importanti pittori cechi del Settecento e nei suoi lavori si può rintracciare l'influenza di maestri italiani e cechi, come Petr Brandl. La sua opera si esprime generalmente nel linguaggio rococò, ma sono ancora evidenti alcuni resti del barocco. Fu autore di una vasta gamma di dipinti e affreschi in varie chiese, monasteri e altri edifici religiosi, comprese le pale d'altare delle Chiese di Sant'Ignazio e San Nicola a Praga. realizzò anche le pale d'altare nelle chiese di Opava, nella Chiesa della Santissima Trinità a Fulnek e in molte altre. Morì nel 1787.