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PITTORI: Joseph Rauscher

 Agostino cardioforo

Sant'Agostino cardioforo

 

 

JOSEPH RAUSCHER

1722

Patersdorf, chiesa di San Martino

 

Agostino cardioforo

 

 

 

In questa chiesa il fedele ha la sensazione di essere circondato da una moltitudine di santi, che si affacciano sulle pareti della navata. Fra questi troviamo i quattro Padri della Chiesa latina, la raffigurazione è stata sempre ritenuta molto importante nel Settecento: riconosciamo Agostino, Ambrogio, Geronimo e Gregorio Sono affrescati in alto a destra e a sinistra nei dipinti del soffitto a medaglione e tra Maria e Giuseppe con il bambino. Come i quadri dell'altare maggiore e dell'altare di Sebastiano gli affreschi furono dipinti da Joseph Rauscher (1683-1744) e sono datati 1722.

Nel riquadro Agostino è raffigurato a mezzo busto seduto davanti al suo scrittoio, dove è appoggiato un libro aperto. Nella mano sinistra il santo regge un cuore fiammante, mentre lo sguardo è quasi assente, immerso in pensieri che esulano dal luogo in cui si trova. L'estasi è richiamata da un poderoso fascio di luce che attraversa lo studio e scendendo dall'alto colpisce Agostino. Il santo indossa i paramenti episcopali, ma i suoi attributi, mitra e bastone pastorale, sono umilmente riposti a lato dello scrittoio. la camera dello studio è riccamente addobbata e molto luminosa per la presenza di un ampia parete con tante aperture a finestra.

 

Dopo che i conti di Bogen si estinsero nel 1252, le loro proprietà passarono alla dinastia Wittelsbach, fra cui anche la chiesa di san martino, che è menzionata per la prima volta come "Pateinsdorf" nell'Urbar, l'elenco dei possedimenti e delle tasse, dei duchi Wittelsbach dal 1301 al 1307. La prima menzione scritta della "casa di Dio di San Martino" si trova in un documento di vendita del 1394 in Stefan, il Degenberger di Altnußberg vendette il "feudo di Teisnach a San Martino". La parte più antica dell'odierna chiesa risale proprio a questo periodo, che con il tempo divenne luogo di pellegrinaggio trasformandosi in santuario, la cui forma ricorda un edificio gotico con volte a crociera.

Questa trasformazione è dovuta a san Sebastiano, il secondo patrono della chiesa, uno dei santi protettori taumaturghi invocati contro la peste. Particolarmente imponente è l'ex altare della confraternita a lui dedicata, un altare laterale sinistro in marmo a stucco. L'iscrizione nell'arco del coro che reca la data 1722 ricorda san Sebastiano taumaturgo della peste e le offerte che ne permisero la costruzione: "Con la grazia di Dio e le pie offerte a san Sebastiano, fui adornato in questo modo."

Il 1634 fu il grande anno della peste in Baviera e già dal 1615 erano nate confraternite ed erano iniziati i pellegrinaggi. Presso la chiesa fu fondata la Confraternita di S. Sebastiano, i cui aderenti si impegnavano nella preghiera, ricevendo i sacramenti e aiutandosi a vicenda. La loro grande festa era la solennità di san Sebastiano il 20 gennaio. La Confraternita è sopravvissuta fino al Novecento. Ancora oggi gruppi di Schwarzach presso Langdorf e "Moitzerlitzer" di Regen si recano in pellegrinaggio alla chiesa-santuario. Sulla parete laterale sinistra sono raffigurati altri due santi, che sono legati ai tempi drammatici della peste: Camillo di Lellis, che si definiva "servitore di tutti i malati" e Carlo Borromeo intercessore nella pestilenza di fine Cinquecento.

Quando l'interno della chiesa fu ridisegnato nel Settecento, dopo la guerra e la peste, furono rimosse le nervature a croce gotica e l'intero interno fu decorato con stucchi e affreschi.

 

 

 

Joseph Rauscher

Joseph Rauscher nacque nel 1683. Nella chiesa di san Martino dipinse i quadri dell'altare maggiore e dell'altare di san Sebastiano. Rauscher li ha firmati e datati 1722. Il pittore morì nel 1744.