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PITTORI: José Joacquim da Rocha

Sant'Agostino cardioforo allo scrittoio

Sant'Agostino cardioforo allo scrittoio

 

 

JOSE' JOAQUIM DA ROCHA

1769

Pernambuco, Convento di S. Antonio Igaraçu

 

Sant'Agostino cardioforo allo scrittoio

 

 

 

L'opera risale alla seconda metà del Settecento ed è opera di José Joacquim da Rocha. La tela raffigura sant'Agostino allo scrittoio nel suo studiolo, ed è conservata a Pernambuco nel Convento di S. Antonio Igaraçu. Nel 1766 da Rocha lavora nel Convento e la Chiesa di S. Antonio e nel 1769 si trasferisce a Recife per decorare il soffitto della chiesa del Convento di S. Antonio. In questa tela Agostino ha un'espressione estatica quasi volesse ricevere una ispirazione che gli viene dall'alto del cielo. Il suo viso esprime stupore e una grande meraviglia per quello che sta accadendo. Rocha ha rappresentato un santo dal viso ormai maturo, quasi anziano, con una folta barba bianca che gli copre le gote e scende fino al petto.

La testa, quasi calva, presenta ciuffi di capelli riccioluti. Agostino indossa un piviale elegante ricamato d'oro con disegni semplici. Con la mano destra impugna una penna d'oca che rivolge verso il basso quasi fosse in attesa di poter vergare qualche parola sul libro che gli sta davanti aperto sullo scrittoio, mentre con la sinistra alza la mano verso l'alto che regge un cuore fiammante in segno di attenzione e umiltà.

La scena è stata ripresa più volte da diversi artisti, che hanno rappresentato il santo nel suo scrittoio seduto in atto di scrivere. La scena è spesso il complemento o l'ambientazione preferita per le rappresentazioni tradizionali di Agostino vescovo e Dottore della Chiesa: sua caratteristica è proprio quella di avere scritto un gran numero di opere. La scena tuttavia qualche volta viene scambiata dagli artisti con quella del sogno di san Gerolamo, che si svolge anch'essa nello studiolo del santo mentre è intento a scrivere.

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.

 

 

José Joaquim da Rocha

Nato nel 1737, José Joaquim da Rocha diventò un discreto pittore, indoratore e restauratore nel Brasile imperiale che aveva visto il trasferimento della corte portoghese da Lisbona a Rio de Janeiro. Probabilmente imparò il suo mestiere a Lisbona, alla scuola di Girolamo Lobo e Antonio de Andrade. Nel 1764 lo troviamo a Salvador dove probabilmente la sua arte viene influenzata da Antonio Simões Ribeiro. Diventa quindi di assistente di Leandro Ferreira de Sousa da cui impara l'arte della pittura e della doratura. Da Rocha viene considerato abitualmente come il fondatore della scuola di Bahia della pittura barocca, la più diffusa per il gran numero dei suoi componenti ed è certamente uno dei pittori più importanti del barocco brasiliano. Nel 1774 ritorna a Salvador dove esegue la pittura illusionistica del soffitto in prospettiva architettonica della chiesa di Nossa Senhora da Conceição da Praia, uno dei suoi capolavori. La sua scuola ebbe molti adepti, discepoli e seguaci, che conservano i principi della sua estetica fino al XIX secolo. La sua produzione fu molto prolifica e, anche se le sue opere presentano molti momenti di alto livello, il suo stile non è uniforme.

Non ha firmato alcuno dei suoi dipinti, e gran parte delle sue opere sono gli state attribuite solo grazie alla tradizione orale, il che complica lo studio della sua vita e della evoluzione del suo stile. Ha lasciato suoi lavori nelle chiese di Nostra Signora del Rosario di Black (1780), del Terz'Ordine di San Domenico (1781), e della Madonna della Palma (1785). Alcune delle sue opere sono esposte al Museo d'Arte di Bahia. Morì a Salvador nel 1807.