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PITTORI: Maestro di Wolfmannshausen

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

MAESTRO DI WOLFMANNSHAUSEN

1750-1760

Wolfmannshausen, chiesa di sant'Egidio

 

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

Questa statua barocca che raffigura sant'Agostino si trova nella chiesa di sant'Egidio a Wolfmannshausen, Il santo indossa una veste bianca e porta gli attributi della sua dignità episcopale. In testa porta una semplice mitra, mentre con la mano destra regge e sfoglia un grande libro. Nella mano sinistra invece il santo, secondo una consuetudine iconografica dell'epoca, regge un cuore fiammante che presenta al fedele. Il volto è giovanile con una folta barba marrone scruto. L'esecuzione dell'opera rivela l'azione di un intagliatore di modeste qualità, forse un lavorante locale. La struttura e la composizione sono abbastanza goffe e il viso del santo esprime con indifferenza alcun sentimento.

La fondazione della comunità parrocchiale di Wolfmannshausen risale al 1488. Nel 1616 venne costruita la chiesa che fu ampliata nel 1954. Gli altari laterali sono stati rimossi dopo un'ampia ristrutturazione nel 1996.

Allo sguardo si impone subito l'imponente soffitto a cassettoni in stile rinascimentale. Venne realizzato negli anni 1616 e 1617, quando la chiesa fu costruita.

Il coro in stile gotico ai piedi dell'altare maggiore risale all'anno 1730. Al centro è raffigurata la Crocifissione. poco sopra è stata espressa la Santa Trinità, mentre su un piedistallo in alto a sinistra si trova una statua di San Kilian. Dal lato opposto a destra si può notare la statua di sant'Egidio a cui è dedicata la chiesa.. Fra le altre statue presenti c'è anche quella di sant'Agostino che tiene un cuore in mano e quella di Sant'Ambrogio, due dei Padri della Chiesa.

Il pulpito si trova sul lato sud della chiesa. Sulla sua struttura si può osservare l'Angelo della Giustizia, e, più in fondo, la colomba, simbolo dello Spirito Santo. Il pulpito è decorato con varie figure, fra cui si riconoscono tre dei quattro evangelisti con i loro Vangeli, che mostrano le parole con cui iniziano. Questo pulpito risale al tempo della transizione dal barocco al rococò verso la metà del Settecento.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6