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PITTORI: Maestri Campionesi

Sant'Agostino vescovo

Sant'Agostino vescovo

 

 

MAESTRI CAMPIONESI

1370-1390

Pavia, Aula Magna dell'Università

 

Sant'Agostino vescovo

 

 

 

L'Università di Pavia, membro aggregato del Comitato Pavia Città di sant'Agostino, in occasione del suo rinnovato impegno a favore del Comitato stesso, ha deciso la collocazione nell'Aula Magna di una statua tardo trecentesca di stile campionese, che la tradizione unanimemente riconosce come raffigurante sant'Agostino, compatrono della Diocesi e dell'ateneo pavese. La collocazione è stata ufficialmente celebrata venerdì 27 settembre 2013.

Questa statua è stata oggetto di un notevole restauro coordinato nel 2004 da Letizia Lodi della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Milano.

 

In occasione della collocazione Mario Colella della Servabò restauri di Milano ha illustrato gli interventi conservativi effettuati sulla statua, che in passato era posta in una nicchia che si trovava nel Cortile del Miliario dell'Università.

Nel 1961, in occasione del centenario dell'Unità d'Italia, venne spedita a Torino per essere esposta nell'ambito dell'esposizione internazionale "Italia 1861" e quando venne restituita, fu destinata al Museo dell'Archeologia dove è rimasta fino al 2013. Incerte sono la datazione e la committenza dell'opera.

Secondo Maria Grazia Albertini Ottolenghi essa faceva parte di un gruppo di quattro statue che comprendeva anche sant'Ambrogio nel Palazzo Vescovile, san Biagio nella chiesa dei santi Primo e Feliciano, e san Teodoro nell'omonima chiesa.

Maria Teresa Mazzilli Savini ha avanzato due altre ipotesi al riguardo: in base alla prima le quattro statue in origine erano collocate in San Pietro in Ciel d'Oro ovvero, secondo un'altra ipotesi avvalorata dal tipo di lavorazione della pietra che fu realizzata per una visione frontale, le quattro statue erano poste su quattro porte delle mura gotiche di Pavia.

Agostino è raffigurato su una sottile piattaforma irregolare di circa 2 cm di spessore senza alcun basamento. La statua presenta una altezza di 162 cm, una larghezza di 54 cm e una profondità di 27 cm. La figura del santo è avvolta da una elegante casula, che purtroppo presenta rotture sparse che riguardano in particolare la parte sinistra.

L'abito si espande in un panneggio rigido e simmetrico, che diventa più mosso e più articolato da morbide pieghe nella zona inferiore. Accurate e graziose decorazioni a rilievo ingentiliscono il vestito estendendosi sia sul colletto che sul pallio. L'artista ha preferito alternare motivi vegetali a trame geometriche e per di più ha cercato di simulare in qualche occasione l'incastonatura di una gemma. In qualche occasione compaiono riquadri a incasso, dove lo scultore ha predisposto elementi decorativi quadrilobati, conosciuti come "nodi di Salomone" e rosette quadripetale.

All'attaccatura del pallio si nota una croce greca che è stata inserita in un riquadro, i cui incavi sono stati decorati da minuscoli inserti circolari. L'intera superficie del pallio presenta una interessante decorazione che differisce poco da quella del colletto. L'artista ha infine completato l'abito con una frangia che ricade ai piedi di Agostino, con dei contorni rigidi e stilizzati. Sant'Agostino ha le mani inguantate, dall'aspetto morbido, come si può notare agevolmente dal flessuoso pendere del guanto destro. Con la mano sinistra sostiene un libro ben rilegato dove si notano tre borchie quadrate. Una probabile quarta borchia è stata probabilmente coperta dalla mano. La rilegatura del libro è costituita da un tenone piuttosto spesso, composto da una bindella ed un puntale.

Nella mano destra Agostino regge la ferula a forma di bastone che è conclusa da un cilindretto metallico con pomo appiattito e poco sporgente.

Anche questa parte della statua evidenzia spaccature e abrasioni, che riguardano specialmente l'angolo inferiore sinistro del libro e il puntale. Il pastorale è stato restaurato in passato dato che si nota chiaramente l'aggiunta di stucco per mascherare una lesione piuttosto profonda. La mitria è del tipo bicuspidata e costituisce una delle tipiche insegne del vescovo assieme al bastone pastorale. La mitra presenta a sua volta un ricco ricamocostituito da girali vegetali che si sviluppano sia nella fascia orizzontale che in quella verticale, entrambe a doppio orlo. In corrispondenza del raccordo tra le due fasce la decorazione si conclude con una piccola croce greca.

 

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.