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PITTORI: Guglielmo Veneziano

Crocifissione con la Vergine, san Giovanni Evangelista, la Maddalena fra i santi Agostino e Nicola da Tolentino

Crocifissione con la Vergine, san Giovanni Evangelista, la Maddalena fra i santi Agostino e Nicola da Tolentino

 

 

GUGLIELMO VENEZIANO

1375-1380

Località sconosciuta

 

Crocifissione con la Vergine, san Giovanni Evangelista, la Maddalena fra i santi Agostino e Nicola da Tolentino

 

 

 

La tavola, un trittico dipinto a tempera, si presenta in dimensioni limitate a 40x37 cm. Con ogni probabilità si tratta di un altariolo trasportabile per uso domestico. Questo dipinto è stato aggiudicato a un'asta Sothebyt a New York il 28 gennaio 1999 con l'attribuzione al pittore trecentesco Guglielmo Veneziano. Questo artista è documentato a Venezia dal 1352 al 1386. Probabilmente si formò nella bottega di Paolo Veneziano, seguendo sempre più da vicino la tecnica artistica del figlio minore di Paolo, Marco, di cui ripropone l'espressività semplice e gioiosa. E' tuttavia un linguaggio artistico ancora profondamente legato alla tradizione e a formule e archetipi convenzionali e standardizzati.

La tavola con la scena principale della crocifissione risale a un periodo in cui si nota ancora l'influenza di Paolo. L'opera si inserisce nel solco della tipologia tradizionale dei trittici a sportelli di ambito veneziano. Questi prevedevano, a partire sopratutto dalla seconda metà del Trecento, una scena centrale principale con la Vergine col Bambino oppure la Crocifissione, santi a figura intera negli sportelli laterali e l'Annunciazione nelle cuspidi. In questa tipologia di prodotti destinati alla devozione privata, è invece meno consueta la soluzione adottata in questo trittico che propone una vistosa sproporzione dimensionale tra i personaggi della scena principale, più piccoli, e gli alti santi laterali. Questa soluzione ricorda più da vicino le composizioni adottate nelle cimase dei polittici, dove però i tre soggetti sono disposti su uria unica tavola orizzontale.

A destra della scena centrale l'autore ha raffigurato san Nicola da Tolentino, mentre nell'anta di destra troviamo l'immagine di Agostino, dall'aspetto stereotipato e conforme ai canoni stilistici dell'epoca. Il santo è stato rappresentato come vescovo ritto in piedi, dall'aspetto dignitoso, con nella mano destra un lungo e sottile bastone pastorale e nella sinistra un libro chiuso. Il santo porta la mitra in testa e sotto il piviale episcopale appare con molta chiarezza, quasi con ostentazione, il saio nero dei monaci eremitani, E' questa una consuetudine tipica delle committenze agostiniane che volevano rimarcare la loro discendenza da Agostino quale fondatore dell'Ordine di cui ne seguivano la regola dettata nel V secolo.