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Chiese agostiniane: Piacenza

Chiesa di san Lorenzo a Piacenza

Chiesa di san Lorenzo a Piacenza

 

 

CHIESA DI S. LORENZO DI PIACENZA

 

 

 

La prima notizia che cita la chiesa di S. Lorenzo risale al 1144. Verso la fine del XIII secolo la chiesa era amministrata da una Confraternita di laici che si definiva dei «Battuti» o Disciplinat. Questa confraternita dipendeva dal Monastero di S. Colombano ma dopo il 1448 passò sotto la giurisdizione del vescovo.

Lo statuto della confraternita prevedeva compiti assistenziali e la cura degli infermi. La primitiva chiesa fu abbandonata nel 1609 e solo in seguito, dopo aver abbattuto gran parte della precedente costruzione, fu ampliata e consacrata nel 1694.

L'interno si presenta a una sola navata con il coro ligneo seicentesco. Sul muro sono conservate due lapidi, che sono state salvate dall'antica chiesa. Una riporta una piccola croce con le estremità a coda di rondine. L'altra reca l'iscrizione:

MCCLXXXX - OBERTUS DE SIGNORINO FECIT - HANC CRUCEM FIERI

La facciata è in stile romanico, seppur modificata nel tardo seicento. La facciata si conclude con un frontone triangolare coronato da tre guglie piramidali.

La maggior parte delle opere d'arte, contenute in San Lorenzo, andarono disperse in seguito alla soppressione napoleonica della chiesa nel 1810. In seguito, il tempio fu adibito come stalla e come magazzino militare.

 

Secondo Pier Maria Campi ed altri autori, gli Eremitani si sarebbero insediati nella chiesa di San Lorenzo a Porta Nuova nel 1261. Nel 1306 muore nel primitivo Convento il Beato Filippo da Suzzano che viene sepolto nella sacrestia vecchia della chiesa. Nel 1426 la sua tomba sarà riscoperta è trasferita nella cappella a lui dedicata. San Lorenzo appartiene alla tipologia di "chiese a Sala" o "Hallenkirche", dove le navate hanno altezza uguale e vengono illuminate esclusivamente dalle finestre ricavate dalle navate laterali. Al fianco laterale destro era addossato il chiostro del convento, di cui sono rimaste solo poche tracce. L'interno è diviso in sei campate e scandito secondo il modulo "ad quadratum". La struttura conserva il suo assetto originario, pur presentando decorazioni e inserti architettonici risalenti all'epoca barocca. Recentemente la chiesa è stata sottoposta a restauri che hanno riportato alla luce gli affreschi che decoravano le pareti. Assai difficoltosa si è rivelata la ricostruzione della disposizione primitiva delle scene delle "Storie di Santa Caterina", un ciclo di affreschi proveniente dalla cappella omonima riconducibile alla scuola lombarda. Notevoli sono anche gli affreschi, anche se fortemente danneggiati, che raffigurano sant'Agostino, il secondo sogno di Nabucodonosor, il battesimo di Cristo, l'Inferno, l'Allegoria della Penitenza, l'Incoronazione della Vergine e Trinità e la Madonna con il Bambino.