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Chiese agostiniane: Monte San Martino

La chiesa di sant'Agostino a Monte san Martino

La chiesa di sant'Agostino a Monte San Martino

 

 

CHIESA DI SANT'AGOSTINO A MONTE SAN MARTINO

 

 

 

Sul portale d'ingresso alla chiesa si legge la data 1729, che non è la data di fondazione ma solo l'anno in cui vennero eseguiti importanti lavori di ristrutturazione complesso agostiniano, allorchè, dopo un periodo di abbandono venne affidato agli Agostiniani Scalzi.. Una bolla di papa Innocenzo X nel 1652 aveva ne infatti decretato la soppressione. Solo nel 1707 chiesa e convento ritornarono a vita quando vennero affidati agli Agostiniani Scalzi. I lavori di ristrutturazione vennero ultimati nel 1735. La tomba del benefattore, Giovan Battista Manilio Urbani, che permise con i suoi lasciti la ristrutturazione della chiesa, si trova oggi nel pavimento del coro.

L'impianto architettonico della chiesa risale pertanto alla prima metà del Settecento, così come la sistemazione del portale d'ingresso e la costruzione di alcuni ambienti monastici. Il campanile si presenta con un sobrio neoclassicismo anche se il portale d'ingresso richiama lo stile neogotico ed è databile alla seconda metà dell'Ottocento.

L'interno della chiesa conserva diverse cappelle: la prima del lato destro conserva una tela con la Madonna col Bambino e San Francesco attribuita a Giuseppe Ghezzi (1634-1721), un membro di una importante famiglia di artisti di Comunanza. Nel secondo altare di destra la decorazione mostra girali di vite con grappoli d'uva, aggrappati alle colonne. Interessante è pure il coro ligneo, posto nell'abside: nei suoi stalli centrali è stato riprodotto lo stemma araldico della famiglia Urbani, con il leone rampante sormontato dal pavone, affiancato dall'iscrizione della committenza e della data (1581).

Il complesso venne espropriato all'epoca della Unità d'Italia per cui la proprietà della chiesa di sant'Agostino passò al comune nel 1861.

La prima data che ci riporta alle origini dell'edificio è il 1468, allorché risulta che la chiesa era già annessa al monastero dell'Ordine eremitano di sant'Agostino. Al suo interno, lungo la navata subito prima del presbiterio, si trovano anche due tele provenienti da Santa Maria del Pozzo, per salvarle dal degrado dovuto all'abbandono della chiesa.