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Chiese agostiniane: Potenza Picena

Immagine di rosone romanico

Rosone romanico della chiesa

 

 

CHIESA DI SANT'AGOSTINO A POTENZA PICENA

 

 

 

L'ex complesso di S. Agostino si estende su una porzione non trascurabile del centro storico di Potenza Picena. Oltre l'ex convento, adibito fino ad alcuni anni or sono a scuola elementare, la struttura comprende la chiesa, il campanile ed il chiostro. La prima attestazione della presenza degli Agostiniani a Monte Santo e del loro insediamento nella preesistente chiesa di S. Maria Maddalena, è conservato presso l'Archivio segreto Vaticano e risale al 2 luglio 1250.

In quella occasione il vescovo di Fermo, Gerardo, concesse loro quella chiesa - già appartenente alla mensa vescovile fermana - con case, "spiazzi", pertinenze e rendite ad essa spettanti. La concessione venne approvata dal pontefice Innocenzo IV il 20 settembre di quello stesso anno. Nel secolo XIV si hanno già notizie di alcuni agostiniani che hanno dimorato nel convento santese e della esistenza della chiesa alla quale il Comune offriva della cera. Un testamento, rogato nel 1348, testimonia che una certa signora Gebelosa lascia beni per la "fabrica" di S. Maria Maddalena.

E' probabile che il convento fosse stato ricostruito o, quanto meno, rimaneggiato, attorno all'anno 1420.

Nel complesso monastico è stata rinvenuta, agli inizi di questo secolo, una terracotta che raffigura Maddalena la santa penitente; il manufatto è attribuito ad Ambrogio Della Robbia. Secondo alcuni studiosi, il semibusto della santa era in origine collocato sopra l'altare maggiore della chiesa. E la stessa Maria di Magdala è raffigurata nel grande quadro del pittore pesarese Pietro Tedeschi (secolo XVIII) che era collocato proprio sull'altare maggiore dopo la ristrutturazione settecentesca. Fin dalle origini la chiesa è stata intitolata a S. Maria Maddalena e la denominazione popolare di chiesa di S. Agostino è dovuta al fatto che il tempio era officiato dai padri Agostiniani, ospitati nell'annesso convento. Fino all'inizio del Settecento la chiesa era a due navate, con quattro archi, otto altari e tre porte. Incerta è la data del rifacimento del complesso, in particolare della chiesa. La sistemazione attuale viene fatta risalire alla metà del Settecento.

I lavori, comunque, si sono protratti per almeno vent'anni. Tra i dipinti che ornavano il tempio, di un certo rilievo si presenta il "S. Nicola da Tolentino intercede per le anime del Purgatorio", attribuito alla scuola di Cristoforo Roncalli, detto il Pomarancio: si fanno i nomi del recanatese Pietro Paolo Giacometti e, soprattutto, dell'umbro Giovanni Antonio Scaramuccia, come possibili realizzatori dell'opera. Ascrivibile alla medesima scuola è forse anche una piccola tela raffigurante S. Tommaso di Villanova che distribuisce elemosine.