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Chiese agostiniane: Novara

Conversione di Agostino di Nuvolone nella chiesa di sant'Agostino a Novara

Conversione di Agostino di Nuvolone

 

 

CHIESA DI S. AGOSTINO DI NOVARA

 

 

 

Le fonti indicano con certezza l'origine del monastero di S. Agostino nel 1462 ed esso ospita l'Ordine femminile. Il luogo di costruzione è nella parrocchia di Ognissanti, che risale all'XI secolo, e si trova nel nucleo più antico della città, sulla sommità di una modesta collina, che tuttavia all'epoca aveva un valore strategico. In effetti le religiose erano già presenti, ma nella parte inferiore dell'abitato, non munita ed esposta frequentemente a rischi. Il monastero aveva forma di quadrilatero, di cui oggi si conservano due lati, inglobati in altre strutture ed attigua era edificata la chiesa dedicata a sant'Agostino, oggi presente anche se non più dedicata al culto. La particolarità dell'edificio era la suddivisione in chiesa esterna e chiesa interna, quest'ultima riservata esclusivamente alle religiose, che osservavano i voti di clausura. In tal modo la pianta presentava due zone a navata unica con forma quadrata, mentre attualmente, non esistendo più il divisorio la pianta è rettangolare. La presenza delle Agostiniane si mantenne fino al 1798: con Napoleone si procedette all'esproprio del monastero, completato nel 1810, ma già nel 1808 nei locali si inaugura il Convitto Nazionale. Le religiose vennero prima trasferite nell'attiguo convento della Maddalena, ma quasi subito, con le consorelle dell'altro ordine, raggiunsero una destinazione periferica. La chiesa era nota per le opere d'arte di grande pregio: i quattro teleri del ciclo di S. Agostino (di cui uno firmato da Giuseppe Nuvolone e datato 1665) sono citati e attribuiti nell' inventario della visita pastorale del 1765. Uno di essi, rappresentante con tutta probabilità S. Agostino al cospetto di un re, risulta distrutto durante i moti del 1848 dagli studenti del Convitto, che partecipavano alla sommossa . Non si hanno al momento riscontri di un'altra opera di grandi dimensioni, non attribuita: Gesù Crocifisso con la Beata Vergine e Sant'Agostino; anche di S. Agostino che lava i piedi ad un pellegrino - tela esposta a lato dell'altare, quindi piuttosto visibile - non si sa nulla, mentre sono presenti S. Agostino in atto di guarire un povero storpio e La Beata Vergine con in braccio il Bambin Gesù e S. Agostino genuflesso che presenta il cuore trafitto. Queste ultime due opere sono attribuite dal Ferro a Filippo Abbiati, ma con rappresentazione di S. Tommaso di Villanova.