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Chiese agostiniane: Firenze

Chiesa di santa Monica a Firenze

Chiesa di santa Monica

 

 

CHIESA DI SANTA MONICA A FIRENZE

 

 

 

La chiesa ormai sconsacrata di santa Monica si trova nel quartiere Oltrarno a Firenze. Nel Quattrocento era annessa al convento delle monache agostiniane di Santa Monica, originarie di Castiglion Fiorentino, dette popolarmente di Santa Monaca.

Per difendersi, esse avevano dovuto trasferirsi a Firenze durante la guerra tra le milizie fiorentine, comandate da Baldaccio d'Anghiari e da Neri Capponi e quelle di Milano, condotte dal Piccinino (1442). Il convento fiorentino fu donato da Ubertino de' Bardi nel 1442, perché si sentiva miracolato dalle preghiere della Superiora di quelle monache (suor Jacopa dei Gamberini) per il fatto di aver avuto figlioli dalla propria moglie.

Ubertino acquistò un terreno detto l'Albergaccio, fra il Carmine e via dei Serragli e vi fece costruire il convento, dedicato a santa Monica e, nel 1447, iniziò la costruzione della chiesa, sotto il patrocinio dalla famiglia Capponi, il cui stemma è ben visibile nella semplice facciata con portale quattrocentesco.

In questo convento ebbe la sua prima educazione Camilla Martelli che nel 1564 divenne l'amante di Cosimo I. Dalla loro unione nacque nel 1568 la figlia Virginia che Cosimo legittimò per sua e che si sposò a diciotto anni al duca Cesare d'Este. Nel 1570 Cosimo rimase vedovo e sposò la Martelli, senza però darle alcun titolo nobiliare. Alla morte di Cosimo I, il 21 aprile 1574 il Granduca Francesco I, che da molti anni reggeva lo stato in nome del padre, nella stessa notte fece rinchiudere Camilla, sua matrigna, nel convento delle Murate e poi in quello di santa Monaca, dove ella morì nel 1590.

Nel Cinquecento la struttura dell'edificio fu ampiamente rimaneggiata, soprattutto con il rifacimento dell'altare (che conserva la pala della Deposizione di Giovanni Maria Butteri del 1583) e del coro dove sedevano le monache. Al Seicento risalgono la volta affrescata, il coro ligneo e l'organo. Intorno al 1700 Cosimo Ulivelli affrescò la volta con la Gloria di San Martino. Al pari del destino di molti altri ordini religiosi, il convento fu soppresso nel 1808 e l'edificio in seguito fu adibito a diversi usi. Nel 1865 vi fu aperto il primo Asilo di Carità per i fanciulli poveri, fondato dal conte Girolamo dei Bardi (morto nel 1829); poi l'asilo prese il nome di Pio Istituto dei Bardi e cambiò sede. La chiesa, sconsacrata, è oggi sede di varie organizzazioni culturali e utilizzata per riunioni, mostre e concerti.