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Chiese agostiniane: Massa Marittima

Immagine della chiesa di sant'Agostino a Massa Marittima

Chiesa di sant'Agostino

 

 

CHIESA DI S. AGOSTINO DI MASSA MARITTIMA

 

 

 

La chiesa di S. Agostino fu costruita verso gli inizi del Trecento. Essa sostituì la chiesa di S. Pietro all'Orto che era stata ceduta agli eremiti di S. Agostino nel 1273 dal comune di Massa. Nella stessa circostanza il Comune aveva rinunciato a ogni diritto di patronato che possedeva sulla chiesa. Questa decisione fu presa per mettere fine ai continui litigi sui diritti parrocchiali che contrapponeva i rettori di S. Pietro con quelli di S. Bartolomeo di Monteregio riguardo a certi possedimenti che si trovavano in una zona della città detta Città Nuova. L'attività pastorale svolta dagli Agostiniani fu così efficace che ben presto la chiesa di S. Pietro divenne insufficiente.

La stessa area cimiteriale intorno alla chiesa si rivelò inadeguata per la parrocchia di Città Nuova la cui popolazione era in continuo aumento. Giungiamo così al 14 marzo 1300 quando si stabilì che da S. Pietro la parrocchia fosse trasferita ad una nuova chiesa, da edificarsi sotto l'intitolazione ai santi Pietro e Agostino, che è appunto l'attuale S. Agostino. Il vescovo Orlando pose la prima pietra del nuovo edificio che, quantunque concluso verso la metà del Trecento, fu subito adattato ad accogliere i fedeli nel volgere di pochi anni. La nuova chiesa fu edificata in stile gotico a una navata sola: la facciata è in travertino, con finestroni a sesto acuto ripartiti da eleganti colonne sulle pareti laterali ed una bellissima abside semi ottagonale. Nella facciata in pietra si apre un elegante portale, leggermente strombato e sormontato da una lunetta. Sopra il portale un oculo domina il fronte. Di fianco alla chiesa è visibile la facciata di S. Pietro all'Orto. Il campanile fu costruito in seguito nel 1627 su un bastione delle mura.

Sulla sinistra della chiesa si conserva ancora un lato del chiostro, di cui resta un lato del portico. La parte terminale della chiesa, impreziosita dalla sequenza di archetti pensili e dai finestroni absidali fortemente strombati, consiste in un' abside semiottagonale e da due cappelle rettangolari ai fianchi. La struttura, forse su disegno di Domenico d'Agostino, fu realizzata dai maestri senesi Stefano di Meo e Gualtiero di Sozzo attorno alla metà del secolo XIV. Lateralmente si aprono finestroni sestiacuti ripartiti da eleganti colonnine. All'interno della chiesa si possono vedere due eleganti acquasantiere seicentesche, in marmo, mentre sulle pareti laterali sono conservati numerosi quadri. Di Antonio Nasini è un bel S. Guglielmo eremita, fondatore dei guglielmiti che parteciparono alla fondazione dell'ordine agostiniano. Guglielmo d'Aquitania vi è stato raffigurato inginocchiato, con una corona penitenziale e l'abito agostiniano, nell'atto di volgere in alto lo sguardo e ringraziare gli angeli per la vittoria ottenuta sul dragone, disteso ai suoi piedi.

Di Lorenzo Lippi è la Fuga in Egitto, che precede l'Annunciazione di Jacopo Chimenti detto l'Empoli. In S. Agostino operò assai attivamente il maggior pittore senese del Seicento, Rutilio Manetti: di lui infatti si ammirano almeno due grandi tele che raffigurano rispettivamente la Madonna col Bambino adorata da San Michele Arcangelo, San Lorenzo, San Bernardino e San Giuseppe (o San Tommaso da Villanova?)» (sotto, parete destra) «e la Visitazione con San Giuseppe, San Taddeo o Giuda con l'alabarda, San Bernardino che mostra il trigramma del Nome di Cristo e, nel fondo, San Zaccaria» (a sinistra, parete sinistra)»: appartengono al periodo della piena maturità dell'artista, ormai libero dalle influenze del Vanni e del Salimbeni, dopo il 1615-1616, epoca che segnò la sua adesione alla corrente caravaggesca. Un'altra grande tela d'impronta manettesca è, in questa chiesa, la Madonna con S. Agostino, Santa Monica, San Nicolò da Tolentino e Sant'Antonio da Padova».

La presenza agostiniana è si intravede nella presenza di una statua di S. Nicola da Tolentino ed una tela detta della Madonna della Cintola con S. Monica e S. Agostino. Di pregio è anche una Adorazione di Gesù Bambino con i santi Bernardino e Antonio da Padova, una tavola di fine secolo XV di Giacomo Pacchiarotti. L'abside è in stile gotico e fu eseguita verso la metà del Trecento probabilmente su disegno di Domenico di Agostino. La cappella a destra del presbiterio risale all'epoca della costruzione della chiesa ed è dedicata alla Vergine di Pompei. Sull'altare si conserva una scultura della fine del XV secolo, in terracotta con resti della pittura policroma originale, raffigurante una Madonna col Bambino. La chiesa è stata recentemente restaurata: i lavori sono terminati nel 1998. I chiostri furono iniziati nel 1410 e facevano parte del Convento dei frati Agostiniani.