Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Chiese agostiniane > Italia > Foligno

Chiese agostiniane: Foligno

La chiesa di sant'Agostino a Foligno

La chiesa di sant'Agostino a Foligno

 

 

CHIESA DI S. AGOSTINO DI FOLIGNO

 

 

 

La chiesa di sant'Agostino risale al XIV secolo ed ha subito ristrutturazioni fino al XVIII sec. Sulla odierna facciata rinascimentale spicca una grande portale ligneo intarsiato con simboli e santi. Nel riquadro di centro della seconda colonna di sinistra è raffigurato sant'Agostino. S. AUGUSTINUS EP. HIPONENSIS lo identifica mentre nel riquadro sottostante sono riprodotti i suoi attributi: un libro, una penna e un cuore fiammante.

Presso l'attuale Santuario, nella chiesa di Sant'Agostino, dopo che l'originale Chiesa della Madonna del Pianto è andata distrutta durante i disastrosi bombardamenti alleati del 1944 sulla città, si venera una statua lignea del XVII secolo che rappresenta Madonna del Pianto di cui si hanno notizie a partire dal 1647.

Edificata nella seconda metà del XIII secolo e ristrutturata tra 1720 e il 1750, la chiesa di sant'Agostino, con l'annesso convento, ha rappresentato il primo nucleo della presenza dell'ordine agostiniano in città. L'insediamento monastico è sopravvissuto fino al 1810. Della primitiva architettura gotica l'edificio conserva, oltre a due finestroni ed una porta murata sul lato esterno sinistro, il campanile in pietra rosa e bianca con la cella campanaria a bifore ogivali.

Attribuito a Rocco da Vicenza, il portale laterale testimonia gli interventi nel Quattrocento e nel Cinquecento. La facciata della chiesa, realizzata tra il 1748 e il 1750 da Nicolò Cesari e Francesco Antonio Bettini su disegno di Pietro Loni, prospetta quattro colonne corinzie e due statue simboliche in pietra. Sotto il timpano si legge una iscrizione dedicatoria del frate Generoso Cialdelli, amministratore del convento. Costui fu anche l'ultimo rappresentante di questa famiglia che finanziò i lavori della facciata e di alcune cappelle. La porta è stata scolpita dalla locale Scuola Arti e Mestieri su disegno di Tito Buccolini e sostituisce quella antica, realizzata nel tardo Quattrocento, che andò distrutta nell'incendio doloso del 27 agosto 1881. All'interno della chiesa, sul primo altare a sinistra si ammira una tela del pittore jesino Domenico Valeri, che raffigura l'Elemosina di San Tommaso da Villanova, il beato Alonso de Orozco e San Giovanni da San Facondo. Sul secondo altare si scopre un diffuso tema iconografico agostiniano con la Madonna della Cintola, tavola di felice Damiani da Gubbio datata 1593. Nel presbiterio è collocata una notevole struttura architettonica in legno scolpito e dorato. Al suo interno si trova una nicchia a tempietto sorretta da due angeli, che conserva il simulacro seicentesco della Madonna del Pianto. Ai lati si ergono le statue di sant'Agostino, di san Tommaso da Villanova e angeli, mentre a un livello superiore troviamo le statue della Giustizia e della Fortezza.

Sempre nel presbiterio sono collocati due dipinti: a sinistra è nuovamente raffigurata l'Elemosina di San Tommaso da Villanova, opera di Tommaso Nasini, mentre a destra viene proposto il Miracolo di San Giovanni da San Facondo, un quadro attribuito al "Pittore di Popola". Sul primo altare a destra si può osservare la tela con L'Angelo custode e le sante Caterina e Agata, probabilmente del folignate Liborio Coccetti. Nel terzo altare a destra, del senese Ventura Salimbeni, è collocata la Adorazione dei pastori, opera firmata e datata 1610. Si può quindi ammirare la cosiddetta cappellina, sul cui altare si trova un'urna del XVII secolo con il corpo del beato Tommasuccio, un predicatore e poeta francescano. Un dipinto, attribuito a Gian Domenico Mattei, riproduce la sua immagine in gloria. Questa cappellina un tempo era soggetta al giuspatronato della famiglia Poggi, il cui stemma compare sotto l'arco di accesso, sul reliquiario in legno dorato posto sull'urna, negli stucchi che decorano la cappella e nel pavimento.

In sacrestia è conservata una preziosa tela del folignate Enrico Bartolomei che raffigura i santi Feliciano ed Emidio, invocati a protezione della città dopo il terremoto del 1832. La volta della chiesa è decorata a fresco con una notevole pittura che esprime la Gloria di sant'Agostino, opera attribuita a Liborio Coccetti, assieme alla Fede, alla Speranza e alla Carità, di autore ignoto. Le pareti della navata presentano tempere monocrome raffiguranti le Virtù cardinali, che sormontano quattro nicchie con le statue dei Padri della Chiesa San Girolamo, Sant'Ambrogio, San Gregorio e Sant'Agostino.