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Chiese agostiniane: Venezia

La secentesca chiesa di S. Agostin con il campanile vista dall'omonimo ponte in una stampa dell'Ottocento

S. Agostino a Venezia nell'Ottocento

 

 

CHIESA DI S. AGOSTINO DI VENEZIA

 

 

 

Oggi in campo S. Agostin non c'è alcuna chiesa perché la ristrutturazione della diocesi di Venezia del 1808-1810 portò prima alla riduzione delle parrocchie a 32 e poi alla chiusura di quindici chiese tra le quali quella di S. Agostino. Questa chiesa era stata fondata attorno all'anno 959 dal vescovo di Olivolo Pietro Marturio Quintavalle assieme a suo padre Teodosio. Secondo quanto attesta nella sua "Chronica" Andrea Dandolo, poiché era stata costruita con i fondi del vescovado, Marturio dispose per testamento che fosse soggetta in perpetuo ai vescovi suoi successori.

Nel 1105 la chiesa venne distrutta da un incendio e rifabbricata alla metà del XII secolo. Di questa seconda chiesa (del 1160 circa) abbiamo una rappresentazione cinquecentesca di Jacopo de Barbari nella sua pianta prospettica di Venezia: essa si presenta apparentemente a tre navate, con la facciata su un campiello (l'attuale campiello di S. Agostin) delimitato dal rio di S. Agostin. Una porta laterale si apre su quella che ancora oggi si chiama calle della Chiesa mentre la parte absidale, orientata verso est, dava sul campo vero e proprio dove si nota nota un pozzo ancora esistente. Un altro incendio distrusse la chiesa di S. Agostino nel 1634 e anche in questa occasione venne ricostruita dall'architetto svizzero italiano Francesco Contin (Lugano 1585 - Venezia 1654). La chiesa venne consacrata nel 1691. Federico Contin curò anche la costruzione della casa parrocchiale. Emanuele Cicogna (1789-1868) autore "Delle iscrizioni di Venezia" riuscì a visitare la chiesa secentesca e la descrisse come « ... ad una sola navata ... »

Esistevano cinque altari e sull'altare maggiore « ... bello per disegni e per marmi, e per ornamenti di figure d'intagli et altri lavori ... » era collocata una pala di Bernardino Prudenti (1631-1694) rappresentante S. Agostino e S. Monica con la Madonna e Gesù. Fuori della cappella maggiore c'erano quattro quadri « ... quasi tutti del Molinari (1665-1731 circa)»  che rappresentavano episodi della vita di S. Agostino. Sull'altare eretto dalla famiglia da Lezze era collocata una tavola con Gesù in Croce con S. Francesco e altri Santi, opera di Pietro Libera (1605-1687). La ricca famiglia Zane che aveva il palazzo qui vicino, fece costruire un altro altare. A destra della porta della chiesa vi era un Ecce Homo di Paris Bordon (1500-1571) e poi una Madonna con un Santo «... della miglior scuola di Tiziano ...», nonché un Martirio di S. Cristoforo di Giuseppe Nogari (1699-1763) sull'altare dedicato a questo santo.

Immagine di santo Agostino a Venezia in una raffigurazione ottocentesca

La più antica raffigurazione

della chiesa di S. Agostin:

si trova sulla mappa di

fra' Paolino (1270-1344)

ed è qui ripresa nella

trascrizione che ne fece

Tommaso Temanza.

 

Fuori della chiesa era posto un capitello con una piccola pala di Pietro Mera (Pieter van der Meyer), detto il Fiammingo (1574-1644), che rappresentava la Beata Vergine con il Bambino ed in basso i santi Agostino, Carlo, Francesco di Paola e Francesco d'Assisi. Nel campo, addossata alla parte absidale, era collocata una colonna d'infamia, che indicava originariamente il luogo dove si trovavano le case di Bajamonte Tiepolo che nel 1310, assieme ad altri congiurati, architettò una congiura, fallita, contro la Repubblica di Venezia. Il Tiepolo aveva il suo palazzo quasi a lato della chiesa di S. Agostino, in quello che era il campiello del Remer cioè del fabbricante di remi. La chiesa di S. Agostino passò indenne attraverso gli editti napoleonici rimanendo parrocchia fino al 1808. Quando ci fu la riorganizzazione della diocesi veneziana fu declassata a chiesa succursale e tale rimase per un paio d'anni fino al 1810 quando venne chiusa. Bene o male era restata in piedi, seppure indemaniata. Cinta Venezia d'assedio dalla marina inglese e prossima all'invasione austriaca, nell'agosto 1813 il podestà Bartolomeo Girolamo Gradenigo scrisse una lettera riservatissima al Direttore del Demanio Antonelli per chiedergli la temporanea consegna di sei edifici, tra cui la chiesa di S. Agostino, per trasformarli in mulini per le necessità alimentari della popolazione a causa dell'assedio.

Particolare della vera da pozzo in campo S. Agostin, con la mitria

Particolare della vera da pozzo

in campo S. Agostin, con la mitria

ed il pastorale simboli

del vescovo Agostino.

Antica raffigurazione del pozzo

Antica raffigurazione del pozzo

Così nel 1813 la chiesa venne utilizzata come mulino per affrontare la carestia. In seguito, fino al 1839, divenne deposito di materiali e poi, fino al 1872, fu destinata a magazzino di legnami. Le opere d'arte per lo più sparirono. La statua lignea policroma di santo Vescovo perfettamente conservata nella vicina chiesa di S. Polo, conosciuta come raffigurante S. Agostino, potrebbe provenire proprio dalla vecchia chiesa parrocchiale di S. Agostino, come pure la statua di vescovo benedicente (rappresentante S. Agostino) sulla facciata di un'abitazione privata al civico n. 2022 della salizada di S. Polo, una volta della famiglia Lippomano: è possibile che la statua di S. Agostino, messa in una nicchia probabilmente come ornamento alla facciata, provenisse dalla soppressa chiesa di S. Agostino.

Il campo di sant'Agostino in una vecchia mappa di Venezia

Il campo di sant'Agostino in una vecchia

mappa di Venezia

Nel 1872 il Municipio di Venezia decise di demolirla assieme al vecchio campanile per costruire sulla sua aerea delle abitazioni popolari.

Recenti lavori di restauro e manutenzione hanno rimesso in luce le fondazioni della chiesa seicentesca. Sotto i resti della chiesa del XVII secolo furono inoltre scoperti due basamenti dei pilastri della chiesa del XII secolo. Oltre due metri sotto il piano di calpestio vennero infine alla luce quattro tombe che appartenevano alla prima chiesa di S. Agostino, quella fondata prima dell'anno 1000. Le tombe erano state realizzate con mattoni alto-medioevali, gli stessi che vennero impiegati anche per la costruzione del campanile di Torcello (1008).

Nel campo di S. Agostin c'è un pozzo, raffigurato da Jacopo de Barbari nella sua veduta prospettica del 1500. La vera da pozzo di campo S. Agostin si presenta rotonda con otto sfaccettature: su due di queste è rappresentata la mitria ed il pastorale del vescovo Agostino.