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Conventi AgostinianI Femminili: Montefalco

Immagine del giardino di santa Chiara

Il giardino di santa Chiara

 

 

IL GIARDINO DI SANTA CHIARA

 

 

 

E' un fazzoletto di terra, pochi palmi, incassato tra l'antico monastero che lo recinge da tre lati e il muro della clausura che lo chiude verso la strada. L'unica sua grande apertura è il cielo che si stende infinito al di sopra.

E' un angolo poetico, nella sua semplicità e povertà, noto come "il giardino di S. Chiara". Chiara vi si recava spesso: lo coltivava, lo curava e vi lasciava con gioia la sue fatiche, infatti ripeteva sempre alle sue monache che l'esercizio fisico fortifica nelle virtù.

In questo piccolo e antico angolo vi cresce un albero strano, sconosciuto ai più, che in primavera si copre di fiori profumati, di un viola chiaro e sfumato, delicatissimo. Da questi fiori poi, a grappolo, maturano delle bacche. I loro semi sono i ben noti "acini"con cui le monache confezionano da secoli le caratteristiche corone del rosario. L'albero si chiama Melia Azedarach, detto volgarmente "albero dei paternostri" o "albero di S. Chiara", originario dell'Himalaya.

Immagine dell'albero di S. Chiara

L'albero di S. Chiara

Il maggior biografo di S. Chiara dopo Berengario, Battista Piergigli di Bevagna, nella sua vita (1640), narra della misteriosa storia dell'albero. "Costumano ancore dare le monache alcuni granelli piccioli, che sono frutto d'un albero chiamato Sicomoro; Il qual'albero, come attesta la comune traditione, nacque d'un secco bastone d'un pellegrino, che dopo haver un giorno discorso alla lunga con la beata, nel partir che fece, lasciolle il suo bastone; e la Beata Chiara havendolo preso, incontinente lo piantò nell'orto, che miracolosamente germogliando, produsse, e produce fino ai giorni nostri simili granelli.

Tengo, che questo Pellegrino fusse l'istesso Christo, che in tal forma si lasciasse veder'alla B. Chiara". In questo dono, preziosa eredità di Chiara, ci par di risentire le parole sussurrate alle sue figlie e sorelle prima di morire: "Non vi lascerò come voi credete".

Certo, ci ha lasciato prima di tutto la ricchezza inestimabile della sua eredità spirituale, ma anche questo albero che materialmente sostiene la comunità.