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I FRATI DI GIOVANNI BONO

Incisione per Solitudo sive vita Patrum eremicularum (Sec. XVI) Amsterdam, Gabinetto delle stampe del Rijksmuseum.

 

Giovanni Bono penitente.

Incisione di Johannes e Raphael Sadeler.

Amsterdam, Gabinetto delle stampe Rijksmuseum

 

 

I FRATI DI GIOVANNI BONO

 

 

 

Si tratta del gruppo più noto fra i movimenti eremitici che costituirono l'Ordine agostiniano. Questo si deve alla personalità del suo fondatore, Giovanni Bono o Buono, e al suo processo di beatificazione istruito per ordine di Innocenzo IV a Mantova e a Cesena dal 1251 al 1254. Giovanni Bono nacque a Mantova verso il 1168. Orfano di padre, abbandonò la madre a 16 anni per dedicarsi al teatro comico ambulante: nel 1209 fu colpito da una grave malattia e dopo la guarigione cambiò vita dedicandosi alla penitenza. Dapprima visse solitario a Bertinoro e successivamente, fino al 1249, a Butriolo o Butrio a pochi chilometri da Cesena. Qui ebbe subito dei seguaci, che costruirono la prima casa della futura Congregazione, per quanto lui continuasse a vivere nel suo eremo isolato su un letto di rovi e di cardi. Accanto al suo eremo fu edificata la chiesa di S. Maria di Butriolo, dove andava tutti i giorni ad ascoltare la Messa. Giovanni fondò il suo primo eremo a Butrio con il permesso del vescovo Ottone di Cesena e ottenne che gli fosse data la Regola di S. Agostino.

Il 24 marzo 1240 papa Gregorio IX approvò la decisione di Giovanni e dei suoi seguaci di vestire un abito nero, di cingersi con una cintura di cuoio, di calzare scarpe e portare in mano un bastone lungo cinque piedi. A Giovanni, ancora vivente, successe nella direzione della comunità frate Matteo da Modena. La fama di santità di Giovanni giunse allora all'apice: libero da occupazioni temporali, si dedicò alla contemplazione e alle opere di carità. Presagendo la fine nell'ottobre 1249 si portò con alcuni discepoli a Mantova, dove morì nell'eremo di S. Agnese in Porto. Nel 1251 il suo corpo fu collocato in un'urna di marmo, nella quale, riesumato cinque volte tra il 1252 e il 1798, riconoscimenti verificati dall'autorità ecclesiastica lo hanno sempre dichiarato incorrotto. Nel giugno 1251 papa Innocenzo IV comandò al vescovo di Modena di cominciare il suo processo di canonizzazione, che fu tosto concluso. Nel 1483 papa Sisto IV lo dichiarò beato.

I suoi eremiti, chiamati negli antichi testi, Giamboniti o Zamboniti avevano iniziato a diffondersi fuori Cesena con conventi a Rimini, Faenza, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Ferrara, Parma, Mantova, Cremona, Milano, Verona, Vicenza, Padova, Venezia, Treviso e altre città minori. Sembra certo che nel 1249 le loro comunità formassero già tre province: quella della Lombardia, la traspadana e la cispadana. Con la diffusione si era ampliata anche l'attività dei suoi religiosi, aggiungendo, al ritiro e alla penitenza, l'esercizio del sacro ministero.