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LuijK: I 'Pauperes Catholici'

La chiesa agostiniana di san Marco a Milano

La chiesa agostiniana di san Marco a Milano

 

 

 

I PAUPERES CATHOLICI

di B. Van LUIJK

 

 

 

Nella predicazione e nella istruzione i Gianbonini, con altri della stessa disposizione ecclesiastica, si opponevano agli estremisti come i Catari, Patarini, Speronisti, Umiliati ed altri. In modo speciale si opponevano agli Umiliati; e questi penitenti, come gli Umiliati semplicemente vennero indicati dal popolo, restituivano i colpi, come si può leggere tra le righe del processo della canonizzazione.

I Giambonini avevano relazione con i Poveri Cattolici, specialmente con il gruppo che si sottomise alla Chiesa nel 1208 e che aveva da sopportare molta contrarietà.

I "Poveri cattolici Uniati" erano numerosi in Lombardia, dove un gruppo, avente un convento a Tortona, si unì con i Giambonini. Poco dopo la "Magna Unio" tutta la provincia lombarda dei Poveri Cattolici Uniati fu incorporata nell'Ordine degli Eremiti (il 17 luglio 1256 o 1258. Per la loro storia cfr. Ne quos de caetero, del 18 dic. 1208; Ex tuarum, del 3 aprile 1209 e Honestis petentium, del 1 aprile 1247, L. 3, 4, 59; Aug. 2 (1952). pp. 244-247 e J. B. PIERRON, op. cit., p. 39, nota 31.

Nella Lombardia ebbero probabilmente conventi in Milano, Cremona, Como, Alessandria, Pavia e Monza, cfr. TORELLI, IV, pp. 544-517, 606-607; V, pp. 614-666. Per il tenore della loro vita: G. G. MEERSSMAN, Dossier de l'Ordre de la Pénitence au XIIIe siècle, Fribourg 1961, pp. 276-289).

In genere i contatti dei Giambonini con il clero secolare erano amichevoli con qualche eccezione come a Milano. Nel 1263 si mise fine a una divergenza fra i Gianbonini del convento di S. Agostino e la parrocchia di S. Babila per i diritti parrocchiali.

La questione, già per anni tirata in lungo, venne risolta in vantaggio dei frati di S. Agostino.

Il rettore di S. Babila dovette ritirare l'appello alla legge ecclesiastica per impedire lo sviluppo dei Gianbonini e diede il consenso alla costruzione del convento e ad altri lavori, e fu costretto anche ad accettare il trapasso gratuito d'un cimitero ai Gianbonini.