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Vicende storiche e tradizioni di cassago

Il cenacolo agostiniano a rus Cassiciacum in un dipinto di Fiorentino Vilasco nella cappella di S. Agostino a Cassago

Il cenacolo agostiniano a rus Cassiciacum

 

 

AGOSTINO E IL RUS CASSICIACUM

 

Fra l'estate del 386 e la primavera del 387 d. C. Agostino fu ospitato a Cassiciaco dall'amico e grammatico milanese Verecondo, che vi possedeva una villa rustica. E' Agostino stesso che ricorda con un appassionato ricordo quel luogo in un passo del IX libro delle Confessioni, quando scrive: « ... Tuoi siamo, lo attestano le tue esortazioni e poi le tue consolazioni: fedele alle promesse, rendi a Verecondo, in cambio della sua campagna a Cassiciaco, ove riposammo in te dalla bufera del mondo, l'amenità in eterno verdeggiante del tuo paradiso, poiché gli hai rimesso i suoi peccati sulla terra, sulla montagna pingue, la tua montagna, la montagna ubertosa ... »

Lo accompagnarono parenti, amici e discepoli: Monica, la madre, Adeodato, il figlio, Navigio, il fratello, Alipio, l'intimo amico, Rustico e Lastidiano, suoi cugini, Licenzio e Trigezio, suoi discepoli e uno stenografo. Probabilmente gli fecero visita: Romaniano, Manlio Teodoro e Verecondo. Nella campagna di Cassiciaco Agostino scrisse i Dialoghi che ricordano gli avvenimenti e le discussioni di quei giorni trascorsi nella villa di Verecondo (Contra Academicos, De beata vita, De Ordine, Soliloquia, De immortalitate animae, De quantitate animae).

 

CASSAGO BRIANZA

Cassago Brianza, l'antico rus Cassiciacum di sant'Agostino, è oggi una verde località nel centro della Brianza. Abitato da tribù galliche, il paese ha conosciuto la presenza romana e, nel medioevo, di quella longobarda e di monaci, che fondarono la chiesa di S. Brigida d'Irlanda. Le sue campagne e il suo abitato furono possesso nel medioevo dei monasteri di Civate, Pontida, Cremella e della chiesa di S. Giovanni di Monza. Dal 1500 furono i nobili Pirovano ad occupare il castro medioevale e il castello: ad essi subentrarono nel Settecento i Modroni e i duchi Visconti.

 

ARCHEOLOGIA DEL RUS CASSICIACUM

Le antichità archeologiche cassaghesi, galliche e romane, erano note già a partire del tardo Cinquecento, ma è soprattutto nel XX secolo che scavi e scoperte occasionali hanno rivelato la storia trimillenaria di questo paese che ospitò sant'Agostino. I reperti archeologici più antichi (macroliti e microliti) datano al neolitico e indicano il passaggio o stanziamenti sporadici di uomini capaci di lavorare la selce. All'età finale di La Tène risalgono insediamenti stabili soprattutto in località Pieguzza dove era probabilmente attiva una fucina per la lavorazione del ferro. La Pieguzza ha restituito abbondante materiale, soprattutto ceramiche, fibule, armille, coltelli. A partire dal II secolo a. C. Roma riuscì ad imporre il suo dominio sulle regioni al di là del Po e prese possesso di gran parte delle aree collinari e montane a nord di Milano e anche lo stanziamento gallo-celtico di Cassago fu assorbito nell'orbita di influenza romana: lo testimoniano la tomba del Crotto e i rinvenimenti alla Pieguzza, dove ai manufatti lateniani si sovrappongono le ceramiche della età repubblicana e imperiale. Al III-II sec. a. C. sono da ascrivere le tombe del Crotto e di via San Marco. Dal I sec. a. C. è certa la presenza di un abitato romano, documentato ininterrottamente fino al V-VI sec. d. C. quando il paese subì l'invasione dei longobardi. La scoperta di due cisterne romane in località Pieguzza indica l'esistenza nelle sue vicinanze di una villa rustica di buon livello, a cui l'acqua veniva condotta con tubature in ceramica. Questa villa forse sorgeva a Cassago, dove sono state scoperte lapidi, iscrizioni, tombe e materiale architettonico romano di età imperiale. A questo lungo periodo si riferiscono ceramiche di stile raffinato, oggetti, iscrizioni e tombe che testimoniano una presenza continua e duratura di un abitato di buona condizione signorile. I Romani o gli indigeni romanizzati, fra i quali ci fu forse un Cassius o Cassicius, da cui derivò il toponimo attuale, risiedettero probabilmente a Cassago, dove esistette il rus Cassiciacum di Verecondo, che ospitò sant'Agostino nel 386-387 d. C. Qui visse anche una certa MARILLA, mentre un'altra epigrafe richiama un ignoto personaggio.

 

MEDIO EVO

Ai Romani succedettero i Longobardi e Cassago divenne possesso di qualche guerriero i cui discendenti Lupo e Gaiderisso abitavano in loco ancora nell'854. All'alto medioevo sembrano risalire tre chiese: S. Salvatore a Tremoncino, S. Maria Madre di Dio e Santa Brigida d'Irlanda a Cassago. Allo stesso periodo risale probabilmente anche la chiesa di S. Gregorio a Oriano. Con l'età carolingia e l'avvento del feudalesimo si ruppe l'unità territoriale del paese, che fu soggetto a varie Signorie: Oriano e Zizzanorre appartennero alla Basilica di S. Giovanni di Monza e al monastero di Civate, mentre il castro de Caxago conobbe il dominio del monastero di Pontida fino al XV secolo. Tale castello con la sua torre appartennero quindi a Rainerio de Scachabarociis e ai fratelli de Benedictis di Parma, i quali lo cedettero tramite i Delfinoni ai Pirovano. Nel XVIII secolo le ingenti proprietà connesse al castello o "possessione della torre" passarono in eredità ai Visconti di Modrone. Con l'Unità d'Italia si formarono due Comuni, Cassago e Oriano, che ebbero vita autonoma fino al 1929, quando vennero associati ricostituendo l'originale unitarietà del territorio. 

 

TRADIZIONE AGOSTINIANA

Già nel '600 Federigo Borromeo, vescovo cardinale di Milano (1595-1631), afferma che a Cassago si conservavano vestigia di antichità. Ne parlò anche il Mommsen citando una iscrizione dedicata a MARILLA e poi ancora Carlo Sangalli e mons. Luigi Biraghi. Fra gli storici ne hanno parlano Petrarca, Tristano Calchi, Giuseppe Ripamonti, Alessandro Manzoni, dom Morin, don Rinaldo Beretta, Othmar Perler, Filippo Meda, Pasquale Cattaneo soprattutto in merito al soggiorno di S. Agostino a Cassago. Dal 1631 si celebra annualmente la festa di sant'Agostino, Patrono del paese.

 

LA PESTE DEL 1630

Un brano del Chronicon della parrocchia di Cassago, afferma che nel 1630 questo paese rimase indenne dal contagio della peste. Ciò fu attribuito alla intercessione di sant'Agostino. Per questo motivo il popolo lo proclamò suo Patrono e a partire dal 1631 decise di celebrarne la festa ogni anno. Il testo recita: "Et cum moris christiani sit memoriam habere beneficiorum acceptorum, illaque attribuere alicui Sancto protectori, ideo Communitas ista Casagi non immemor tantae gratiae ultra predictos, ut supra Patronos, adjungit sibi et supplicat auxilium beatissimi AUGUSTINI Pontificis Hipon. et Doctoris Sanctae Ecclesiae eximii; eoque magis cum memoriae proditum sit ipsum Sanctum patrios lares habitasse." (Questo paese restò indenne al tempo della peste ... E poichè è usanza cristiana serbare memoria delle grazie ricevute e attribuirle a qualche santo protettore, questa Comunità di Cassago non dimentica di così grande favore ... per sè aggiunge e invoca l'aiuto del Beato Agostino ... tanto più che è stato tramandato che lo stesso Santo soggiornò in questo paese ...) Nel 1700 fu costruita una cappella dedicata al santo nella chiesa parrocchiale. Dal 1800 è nota una devozione popolare che si è sviluppata presso la fontana di sant'Agostino.

 

Nel 1967 nasce l'Associazione storico-culturale S. Agostino che valorizza la tradizione agostiniana con pubblicazioni, mostre, convegni (email: info@cassiciaco.it).

Nel 1986 fu allestito un parco storico-archeologico dove è stato eretto un monumento in onore di Agostino e Monica, opera del Maestro Enrico Manfrini. Presso la sede-museo dell'Associazione S. Agostino è stata allestita una raccolta delle testimonianze agostiniane di Cassago.

Dal 2002 è attivo sul web il sito www.cassiciaco.it che presenta numerose informazioni su Cassiciaco, Agostino e la storia dell'ordine agostiniano.