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PITTORI: Anselmi Michelangelo

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MICHELANGELO ANSELMI

1521-1523

Parma, Abbazia di san Giovanni Evangelista

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Le prime opere importanti di Michelangelo Anselmi a Parma sono gli affreschi eseguiti nel 1521-1523 nei costoloni, nelle absidi del transetto e in due cappelle della chiesa di San Giovanni Evangelista, contemporaneamente con l'attività del Parmigianino nelle cappelle laterali e a quella di Correggio nella cupola. Di rilievo sono le figure dei quattro Dottori della Chiesa, dove Agostino è raffigurato in coppia con Ambrogio. Dei due Agostino ha l'aspetto più giovanile con una folta barba rossa. Tiene aperto un grande libro del cui contenuto sembra stia discutendo con Ambrogio. Sotto il piviale episcopale si nota il saio nero dei monaci eremitani che dal medioevo seguono la sua regola.

Nelle sue opere parmensi l'Anselmi segue i dettami della sua formazione senese, grazie alla lezione del Sodoma e di Beccafumi. Tuttavia nella sua arte già si intravedono gli influssi di fra Bartolomeo e di Andrea del Sarto. Dal 1520, come si può osservare negli affreschi dei Dottori della Chiesa, diventa preminente l'influsso di Correggio, del quale fu collaboratore negli affreschi del Duomo, armonizzando la sua classica cultura senese con la morbida e armoniosa sensualità correggesca. Nelle opere successive e tarde affiorano elementi manieristici nello stile di Giulio Romano. Caratteristico di questo affresco, così come della sua produzione artistica è il dinamismo delle composizioni, realizzate sulla base di un solido disegno e di un colorismo caldo e brillante.

 

Costruita nel 980 dal vescovo Sigefredo II su un precedente oratorio intitolato a San Colombano, l'abbazia di san Giovanni Evangelista fu affidata al primo abate Giovanni, canonico del Capitolo della Cattedrale di Parma. Danneggiata nel 1477 da un incendio, la basilica fu ricostruita con un progetto definitivo nel 1510 da Bernardino Zaccagni. Fin dall'inizio l'abate Girolamo Spinola voleva scandire gli spazi architettonici con una estesa decorazione pittorica e per tale lavoro assunse il giovane Correggio.

 

Anselmi Michelangelo

Michelangelo Anselmi probabilmente nacque a Lucca verso il 1491. La sua famiglia apparteneva alla nobiltà e dal XIII secolo era conosciuta con il termine "di Cardano". Verso l'anno 1500 suo padre si trasferì da Lucca a Siena, dove nel 1511 Michelangelo viene nominato citato per la prima volta come pittore. Frequentò le botteghe del Sodoma e di Bartolomeo Neroni, subendo influenze stilistiche anche da Beccafumi. A Siena si conservano solo due sue opere: un affresco nella chiesa di Fontegiusta e la tavola della Sacra famiglia nella Pinacoteca Nazionale, attribuita tuttavia anche al Neroni. Attorno al 1515 si recò a Parma, città nativa del padre Antonio, dove è documentato come pittore dal 1520. Da allora Anselmi lavorò quasi sempre a Parma, con qualche soggiorno a Venezia nel 1538, a Mantova nel 1542, a Siena nel 1544 e nuovamente a Venezia nel 1546. Sua è una Sacra conversazione del 1526 nel Duomo di Parma, una Madonna col Bambino in gloria tra i santi Stefano e Giovanni Battista del 1535 circa per la chiesa di Santo Stefano che è ora al Museo del Louvre a Parigi. Dagli anni Trenta rafforzò il rapporto luce-colore e la plasticità delle figure, con un maggior interesse al paesaggio e alla profondità spaziale. Ebbe l'incarico da papa Paolo III di terminare la Basilica di S. Pietro a Roma. Suoi sono anche gli affreschi della collegiata di San Bartolomeo Apostolo di Busseto del 1538, l'affresco dell'Incoronazione della Vergine nell'abside della chiesa della Steccata del 1540-1542, su cartoni di Giulio Romano, altri affreschi nel Duomo, un'Adorazione dei Magi e i Quattro profeti (1554-1556), terminati alla sua morte dal Gatti.

Morì a Parma nel 1556.