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PITTORI: Barocci Federico

Madonna con Bambino, sant'Agostino, san Francesco, san Giovannino, sant'Elisabetta

Madonna con Bambino, sant'Agostino,

san Francesco, san Giovannino, sant'Elisabetta

 

 

BAROCCI FEDERICO

1590-1612

Urbino, Galleria Nazionale delle Marche

 

Madonna con Bambino, sant'Agostino, san Francesco, san Giovannino, sant'Elisabetta

 

 

 

Questa opera è una pala d'altare di Federico Barocci, un fecondo e importante esponente del Manierismo tardo cinquecentesco italiano. Il soggetto del dipinto ci presenta un folto gruppo di personaggi: in alto, fra delle nuvole, scopriamo la Madonna con Bambino, quindi troviamo sant'Agostino, san Francesco, san Giovannino, sant'Elisabetta. Alcuni angioletti rendono ancora più animata la scena volteggiando ai piedi della Vergine. La pala è anche tradizionalmente nota come "Madonna di sant'Agostino". Nel dipinto il santo è raffigurato come un vecchio vescovo intento a leggere e scrivere su un libro.

Attualmente l'opera, che venne realizzata alla fine del Cinquecento, è conservata a Urbino, alla Galleria Nazionale delle Marche. In precedenza L'opera era localizzata diversamente: si trovava nel paese umbro di Cagli nella chiesa denominata di S. Francesco, la cui edificazione fu avviata nel 1234 extra-muros, quasi a ridosso della consolare Flaminia, e conclusa entro il 1240.

 

 

Barocci Federico

Federico Barocci o Baroccio, soprannominato il Fiori nacque a Urbino verso il 1535 da una famiglia di origini lombarde e vi morì nel 1612. Lo stile elegante fa di lui un importante esponente del Manierismo italiano e dell'Arte della Controriforma, anticipando i modi del Barocco.

Suo padre Ambrogio Barocci o Ambrogio da Milano era scultore. La sua carriera artistica iniziò a Roma e fu rapida e brillante, ispirata da Raffaello, ammirata da Michelangelo oramai anziano. L'adesione di Barocci alla Controriforma modellerà infine la sua lunga e fruttuosa carriera, che deve molto a San Filippo Neri i cui Oratori cercavano di ricollegare il regno dello spirito con la vita quotidiana delle persone. Filippo Neri lo incaricò di dipingere una pala d'altare con la Visitazione per la sua chiesa Nuova. Barocci fuggì da Roma sostenendo di essere stato avvelenato per gelosia, rimediando una salute delicata. Tornato ad Urbino nel 1565, entrò sotto la protezione di Francesco Maria II della Rovere, duca di Urbino. Barocci era anche un ritrattista sensibile ed immortalò il duca in una tela oggi agli Uffizi. Ad Urbino Barocci riuscì ad ottenere importanti commissioni per pale d'altare, avvicinandosi alle correnti più innovative dei Francescani e dei Cappuccini. Nei pastelli e negli schizzi ad olio (un'altra tecnica in cui fu un pioniere) le sfumature morbide, opalescenti di Barocci evocano l'etereo e lo sfumato che può essere confrontato soltanto con Leonardo da Vinci. A causa della fragile salute, doveva lavorare per brevi periodi durante il giorno. Barocci fece innumerevoli abbozzi: studi gestuali, di composizione, figurali (usando i modelli), studi per l'illuminazione (usando modelli d'argilla), studi della prospettiva, del colore, studi della natura, ecc. Oggi ci sono oltre 2000 sue illustrazioni. È un vortice di colore e di vitalità, reso possibile dalla grande varietà di persone, pose, prospettive, particolari naturali, colori, illuminazioni ed effetti atmosferici. La composizione avvolgente di Barocci e l'attenzione sull'impressionabile e sullo spirituale sono elementi che precorrono il barocco di Rubens. Ma anche nella proto-barocca "Beata Michelina" di Federico si possono vedere i preparativi di un alto capolavoro barocco: l'Estasi di Santa Teresa d'Avila del Bernini.