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PITTORI: Benvenuto Tisi

Vergine in gloria con i santi Gerolamo, Ambrogio ed Agostino con il devoto committente

Vergine in gloria e i santi Gerolamo, Ambrogio

ed Agostino con un devoto committente

 

 

BENVENUTO TISI detto il GAROFALO

1550

Roma, Musei Capitolini, Pinacoteca

 

Vergine in gloria con i santi Gerolamo, Ambrogio ed Agostino e un devoto committente

 

 

 

Questa Madonna in gloria con santi, tra cui riconosciamo Gerolamo, Ambrogio e sant'Agostino è conservata a Roma nella Pinacoteca Capitolina dei Musei omonimi ed è attribuita a Benvenuto Tisi detto il Garofalo, un pittore cinquecentesco. Sulla sinistra, nascosto dietro sant'Ambrogio si può notare un devoto che probabilmente è il committente la tavola dipinta a olio.

Agostino è stato raffigurato nelle tradizionali icone di vescovo e Dottore della Chiesa: è vestito da vescovo con la mitra in testa. Il suo sguardo è rivolto verso la Vergine, il viso, dall'espressione matura, è arricchito da una folta barba.

 

Benvenuto Tisi

Garofalo appartenne alla Scuola ferrarese e lavorò a lungo alla corte degli Estensi. Il soprannome Garofalo gli deriva dal nome del paese in cui forse nacque e lui stesso alle volte firmava i suoi quadri con un piccolo disegno di garofano. La sua famiglia era originaria della regione delle Giudicarie del Trentino. Verso la fine del Cinquecento la famiglia si divise in due rami: il primo, cui appartenne il famoso pittore, si stabilì a Ferrara mentre l'altro si trasferì a San Cipriano Picentino (SA). Nato forse proprio a Garofalo, ora una frazione di Canaro, in provincia di Rovigo, sembra che Tisi sia stato apprendista di Domenico Panetti dal 1491. Fu un contemporaneo e talvolta collaboratore di Dosso Dossi. Nel 1495 lavorò a Cremona alle dipendenze di Boccaccio Boccaccino, che gli fece apprendere lo stile cromatico veneziano. Nel 1500 fece il suo primo viaggio a Roma dove, pare, conobbe il fiorentino Giovanni Baldini. Nel 1501 si trasferì a Bologna dove rimase due anni presso la bottega di Lorenzo Costa il Vecchio. Nel 1504 tornò a Ferrara e lavorò con i fratelli Dossi. Viaggiò molto, a Mantova, a Venezia, a Roma. Su invito del concittadino Girolamo Sacrati nel 1512 tornò a Roma, presso lo corte di papa Giulio II, dove conobbe Raffaello. Questo lo portò a cambiare il suo stile da lombardo ad uno più classico stilizzato, influenzato da Giulio Romano.

Intorno al 1512 tornò ancora a Ferrara dove lavorò a numerose opere per il duca Alfonso d'Este. Tra il 1529 ed il 1530 sposa Caterina Scoperti. Pare che nel 1520, Girolamo da Carpi fu apprendista nella sua bottega e lavorò con lui per alcuni progetti a Ferrara nel periodo 1530-40. Nel 1531 perse la vista all'occhio destro. Sebbene non riuscisse a vedere con un occhio, continuò a lavorare fino al 1550 quando divenne completamente cieco. Benvenuto Tisi morì nel 1559 e venne sepolto a Ferrara nella basilica di Santa Maria in Vado nel loculo fattosi costruire già da qualche anno accanto a quello della moglie morta precedentemente. Nel 1829 le sue spoglie furono trasferite nel cimitero della Certosa di Ferrara dove nel 1841 gli sarà dedicato un monumento nella Cella degli Uomini Illustri, opera dello scultore Angelo Conti.